Il sequestro del peschereccio sanremese ‘Mina’ in acque italiane da parte delle autorità francesi ha sollevato il problema del confine marittimo tra Italia e Francia. La delimitazione era stata ridisegnata il 21 marzo 2015 con un accordo bilaterale tra i due stati. Tuttavia l’accorso non è ancora in vigore data la mancata ratificazione dell’Italia. "Ho voluto fare un'interrogazione alla Commissione perché penso che questa sia una questione europea - ha spiegato Renata Briano -. Servono delle informazioni chiare e delle verifiche sulle modalità con cui gli stati definiscono i loro confini, considerato che la tendenza alla nazionalizzazione delle aree marittime nel Mediterraneo incide profondamente sulle attività di pesca, di tutela dell'ambiente marino e delle risorse biologiche del mare, che sono oggetto di competenza esclusiva dell'Unione".
Nello specifico l'eurodeputata PD ha chiesto alla Commissione europea se l'accordo bilaterale siglato a Caen il 21 marzo 2015 rappresenti una violazione del diritto internazionale, tenuto conto soprattutto della contrazione delle capacità di pesca dei battelli italiani.
"Chiedo alla Commissione europea di intervenire con un'attività di armonizzazione sugli accordi di determinazione dei confini marittimi - ha concluso l'europarlamentare Briano - per evitare interferenze sul regime europeo della pesca, preservando i diritti storici dei pescatori".
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