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Il sindaco uscente: "Stimo Livio, ma serve un nuovo corso"
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A sentire Federico Berruti l'incontro di stasera a Roma con il vicesegretario nazionale del Pd Debora Serracchiani sembrerebbe solo una formalità. "Credo che sia tutto definito - dichiara il primo cittadino della città della Torretta convocato nella capitale con i vertici del Pd savonese - le primarie si faranno. Spero che si possano svolgere nel clima milanese di quest'anno più che nel clima ligure dell'anno scorso".

Già ma a giudicare da quanto sta succedendo a Savona dove c'è un clima da tutti contro tutti le premesse non sono buone. L'incontro nella Capitale potrebbe quindi risolversi o con una pace di facciata o con un'ulteriore svolta. "In cuor mio avrei preferito forse trovare una candidatura senza le primarie - racconta Berruti - però prevale nel Pd l'idea che le primarie siano un elemento costitutivo della società e quindi vanno celebrate nel modo più serio affinché un minuto dopo il voto si possa costruire un'unità vera.Io penso che il Pd e il centrosinistra abbiano le carte in regola per proporsi in modo forte ai propri elettori".

L'ultima proposta di primarie, arrivata direttamente dal vicesegretario nazionale Guerini, si muove nell'arco allargato del centrosinistra. Primarie di coalizione sono state anche ribattezzate peccato che la coalizione che sosteneva proprio Berruti a Savona non c'è più. "Primarie di coalizione? E'un auspicio che io condivido - replica l'attuale sindaco - del resto io ho lavorato in questi dieci anni per costruire e conservare una coalizione ampia che non stride con l'ambizione del Pd, ma il Pd non deve sentirsi autosufficiente. Il fatto che si aprano le primarie non solo al Pd è un fatto positivo per la città".

Poi il discorso scivola sui candidati, sulla contrapposizione tra Livio Di Tullio, attuale vicesindaco, e Cristina Battaglia, dirigente regionale e membro del Pd. "Livio è una persona che stimo, che apprezzo e con il quale ho un rapporto di sincera amicizia" esordisce Berruti lanciando poi un messaggio allo stesso Di Tullio.

"Io penso però che sia utile proporre ai savonesi un progetto nuovo - afferma - Io venni candidato 10 anni fa grazie all'apertura del Pd nei confronti di un candidato che arrivava dall'esterno. Io penso che quando finisce un lungo corso amministrativo come il mio, il nostro, sia più efficace anche dal punto di vista elettorale, un corso nuovo
. L'ho sostenuto da candidato sindaco dieci anni fa, l'ho sostenuto da candidato alle regionali e lo sostengo adesso".

Federico Berruti prova così a fare il pompiere in un partito che non è nemmeno d'accordo sulla data delle primarie con i vertici nazionali che propongono il 20 marzo mentre l'assemblea comunale indica il 13, data ritenuta più consona per evitare la sovrapposizione con la festa patronale. 

E così i due candidati vengono definiti da Berruti "due opzioni all'interno di un quadro di unità". "Se i candidati alle primarie saranno Cristina e Livio comunque vada cadremo in piedi" aggiunge ancora il sindaco uscente. Ma il Pd può vincere le elezioni di giugno qualunque sia il candidato? "Io penso siano entrambi in grado di vincere, sono scaramantico - replica ecumenicamente Berruti - Non voglio apparire eccessivamente ottimista, ma il Pd unito con la capacità di avere altre forze, una o più liste civiche,  può raccogliere la fiducia della città".

Ed ecco dunque quale può essere il nuovo sostegno ad un Pd traballante: le liste civiche per portare al voto chi il simbolo dei democratici sotto la Torretta non lo digerisce più.