
"Non siamo noi ad impoverire il mare - hanno ribadito negli interventi i pescatori e gli esponenti di vari circoli dilettantistici - ma lo sforzo di pesca messo in atto dai professionisti che calano chilometri di rete per ogni barca. Da Ventimiglia alla Spezia è persino difficile trovare uno spazio libero sotto costa, se si va un po' più al largo ci pensa la pesca a strascico ad arare i fondali".
Nella riunione si è poi sottolineato come la pesca con la canna o la pesca con il limite dei 200 ami nei palamiti sia una componente turistica ed economica del territorio.
Sulla vicenda è poi intervenuto l'assessore regionale Mai, che ha aperto al dialogo: "Nonostante il documento sia stato licenziato dalla commissione tecnica all'unanimità a fine dicembre, come previsto per legge, siamo comunque disponibili anche a riaprire la commissione regionale per raccogliere le proposte di modifica del programma".
L'assessore raccoglie inoltre la preoccupazione del settore per i nuovi provvedimenti ministeriali: "Siamo decisamente contrari alla decisione del ministero che vorrebbe mettere fuori legge attrezzature, per nulla invasive sull'ecosistema marino, che rappresentano la continuità delle nostre tradizioni - spiega Mai - Ho già firmato la petizione contro i provvedimenti proposti dal governo, tra cui oneri economici per il rilascio del permesso di pesca per sport, e auspico di trovare appoggio unanime da parte del consiglio regionale per portare all'attenzione del governo un documento condiviso per abolire il provvedimento".
IL COMMENTO
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