cronaca

Rinviati a giudizio in cinque per furto aggravato e ricettazione
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Gli investigatori della Polizia di Stato hanno portato a termine una complessa ed articolata indagine coordinata dal pm Claudia Merlino dalla Procura della Repubblica della Spezia, durata oltre un anno, con un bilancio finale di oltre due milioni di euro di merce sequestrata e cinque indagati rinviati a giudizio per i reati di furto aggravato continuato in concorso, ricettazione ed introduzione sul territorio italiano di merci con marchi contraffatti.

L’indagine, concretizzata dagli agenti dell’Ufficio Polizia di Frontiera della Spezia, è scaturita a seguito di lunghi servizi di osservazione, pedinamento e controllo: gli investigatori hanno rinvenuto un container opportunamente nascosto all’interno di un capannone ad Arcola, risultato stipato con circa 4000 borse marca “Mandarina Duck” per un valore di oltre 500 mila euro.

Secondo le ricerche, la merce rintracciata risultava essere già transitata, in importazione da Hong-Kong attraverso il porto della Spezia con destinazione Bologna, all’interno di un diverso contenitore che era giunto a destinazione completamente vuoto. Il container infatti era stato alleggerito del proprio carico nel corso del trasporto che da questo scalo lo aveva portato presso il deposito della società bolognese e la merce trafugata era stata appunto nascosta all’interno del contenitore rintracciato dagli investigatori.

L’ulteriore attività, supportata con strumenti tecnici quali i sistemi di rilevazione gps, intercettazioni telefoniche e con prolungati pedinamenti effettuati in diverse province del nord Italia, tra le quali La Spezia, Massa Carrara, Piacenza, Milano, Treviso, consentiva di ricostruire sia l’organigramma dell’organizzazione che le numerose attività illecite poste in essere dai soggetti che ne facevano parte.

Così in una prima fase investigativa venivano individuati ed identificati, un noto pluri-pregiudicato spezzino, quale promotore e coordinatore dell’attività criminosa, ed un soggetto, residente ad Aulla, che risultava incaricato della commercializzazione della refurtiva, attraverso la propria attività, operante nel commercio all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti per l’abbigliamento, reintroducendo la merce di illecita provenienza nei normali canali commerciali.

Il prosieguo investigativo consentiva alla Polizia di individuare ulteriori quattro depositi/magazzini ove l’organizzazione occultava temporaneamente la merce di provenienza illecita, in attesa di re immetterla sul mercato regolare, situati rispettivamente a Luni Mare, Aulla, Babarasco e Piacenza.

L'indagine ha permesso di accertare che il sodalizio criminale oltre ad impadronirsi dei carichi, asportati dall’interno dei container durante il trasporto da e per il porto della Spezia, ed occuparsi della relativa ricettazione, erano molto attivi anche nel commercio di merci e beni con marchi contraffatti soprattutto in articoli di abbigliamento e calzature.

Le varie perquisizioni effettuate nei luoghi individuati nel corso dell’attività d’indagine consentivano di recuperare merce provento di furto per un valore di oltre due milioni di euro (oltre 6000 articoli d’abbigliamento marca Betty Boop, Diesel e Versace, circa 4000 borse Mandarina Duck, circa 200 scarponi da sci Dalbello, etc) e di sequestrare beni con marchi contraffatti che una volta immessi sul mercato regolare avrebbero fruttato all’organizzazione circa un milione di euro (quasi 4000 paia di scarponi marca Timberland, oltre 2000 maglie marca Abercrombie & Fitch, Guess, Ralfh Lauren e Pepe Jeans, etc..).

L’attività investigativa si concludeva con il sequestro di beni di illecita provenienza per un valore di oltre due milioni di euro e con il rinvio a giudizio, per i reati di furto aggravato, ricettazione, introduzione e vendita sul territorio nazionale di beni con marchi contraffatti, di cinque soggetti orbitanti a vario titolo nelle provincie della Spezia e di Massa Carrara, identificati per un 59enne, autotrasportatore di Reggio Calabria ma residente nella provincia della Spezia, un 44enne di Pontremoli, ma di fatto domiciliato alla Spezia, un imprenditore di 61 anni di Tresana, un autotrasportatore georgiano di 54 anni residente a Livorno, un imprenditore spezzino di 70 anni.