cronaca

Così il cardinale durante l'omelia nella cattedrale di San Lorenzo
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"E' possibile ancora sentirsi lieti di appartenere a un popolo, a una storia di fede e di cultura, o bisogna vergognarsi?". E' questo uno dei passaggi più significativi dell'omelia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei durante la notte di Natale nella cattedrale di San Lorenzo. Di fronte ai tanti "timori che oggi affliggono il mondo" il cardinale ha invitato tutti a "non avere paura. Quanti timori oggi affliggono il mondo, quante paure nascoste, vecchie e nuove" ma, ha detto "non dovete temere".

Il porporato, illustrando le paure che manifestano giovani, lavoratori e famiglie, ha retoricamente domandato se ci sia "un posto degno della nostra missione, oppure la nostra è la società dei forti e dei furbi? Vale ancora essere seri onesti, oppure solo il prestigio, il successo, la ricchezza contano? Esiste il bene e il male, il vero e il falso, oppure ognuno è condannato a essere legge e norma a se stesso?". L'invito del porporato è a "non avere paura", a "non temere che Dio ci porti via noi stessi, temere che ci tolga la libertà o che ci voglia infelici, temere che tradisca la nostra fiducia" perché "Dio non ci tradisce. Ci possiamo fidare totalmente a Lui che si fa tenero come un bimbo per non spaventarci".

Durante la messa nel giorno di Natale, invece, ha sottolineato che "il mondo da sempre desidera la luce anche se in mille modi si nasconde nelle tenebre e nella violenza, anche se sparge compiaciuto brutalità e terrore", tanto che c'è "uno strano paradosso oggi diffuso: scegliere di vivere nell'errore e urlare di essere nella verità.

"Anche i cristiani rischiano di diventare indifferenti a Dio, e quindi indifferenti all'uomo, ma se perdiamo di vista il volto di Cristo, si smarrisce il volto dell'umano e tutto di noi diventa incerto, discutibile, trattabile: vita e morte, amore e famiglia, libertà e relazioni", prosegue il cardinale.

"Per questo i cristiani sono chiamati a dare testimonianza nuova, a dare vita ad un dissenso del bene e far nascere un mondo nuovo. Quanto c'è bisogno di questo dissenso, di creare una grande, coraggiosa controcorrente evangelica che non ha paura dell'amore, quello che si alimenta alla sorgente della verità che è Gesù, la sua parola e la sua vita; quello che diventa misericordia vera perché libera l'uomo e lo salva", ha concluso Bagnasco.