"Nel caso del ddl Rai il problema non è lo strapotere dell'amministratore ma la totale mancanza di un progetto industriale e l'obbligo per i cittadini di pagare un canone senza sapere per cosa". È quanto dichiara il senatore Maurizio Rossi (Gm - Liguria Civica) all'indomani del voto in aula al Senato sulla Riforma Rai. Il parlamentare ligure spiega che "la concessione alla Rai scade il 6 maggio e nessuno sa cosa verrà dato come servizio pubblico dal 7 maggio in poi, né chi dovrà gestirlo". Ma il problema per Rossi è ancora più grave, in quanto restano in sospeso domande alle quali è urgente dare una risposta. "Cosa può essere definito come servizio pubblico? Per cosa paghiamo un canone alto o basso che sia, in bolletta o meno?", chiede il senatore.
"A queste domande, ad oggi non c'è risposta, se ne parlerà da gennaio con una nuova legge che dovrà stabilire come proseguirà dal 7 maggio il servizio pubblico radiotelevisivo", afferma Rossi, che conclude ribadendo quanto già dichiarato nei giorni scorsi sul testo di riforma che è stato approvato: "ritengo che ci saranno seri rischi di infrazione europea per mancato rispetto della concorrenza".
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