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Primo gol di Fiorenzi, raddoppia Sadiq in dieci uomini
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"Così non basta". Lo scriveva capitan Burdisso la settimana scorsa, ma il concetto è ancora valido. Il Genoa prolunga la sua crisi all'Olimpico, dove Garcia porta a casa il 2-0 e mantiene la panchina della Roma.

Una partita che, almeno nel primo tempo, gli uomini di Gasperini non meritavano di perdere. Non è stato il calcio champagne che ci si aspetterebbe dal mister rossoblù, ma un segnale di ripresa si intravvedeva.

Il modulo è un 4-5-1 con Gakpè punta centrale. A centrocampo giocano Tachtsidis, Ntcham e Rincon. Il Grifone macina soprattutto sulla sinistra, con una serie di scambi Laxalt-Capel che non vengono concretizzati. I giallorossi giocano duro: Nainggolan, Pjanic e Fiorenzi finiscono sul taccuino di Gervasoni. Il Genoa sembra reggere i colpi delle incursioni romaniste. Finché Florenzi, a qualche minuto dall'intervallo, si avventa su una palla svirgolata da Munoz e sigla il vantaggio.

La ripresa suggerisce a Gasperini di cambiare qualcosa. L'attacco non carbura, e allora dentro Lazovic per Capel, si passa alle due punte con Ntcham trequartista. L'inizio del secondo tempo offre una carrellata di palle gol: prima Salah galoppa dalla fascia all'area di rigore mancando la porta, poi Lazovic si inventa un tiro fenomenale che impatta sui guantoni di Szczesny. Quindi tocca a Gervinho, in posizione incredibilmente regolare, ceffare la deviazione su tiro-cross di Florenzi.

Il Gasp si gioca anche la carta Pandev (esce Ansaldi) e si torna al 3-4-3. Ma la manovrà rossoblù è impacciata, Pandev è un fantasma e Gakpè dà il peggio di sé. Laxalt si fa vedere in posizione centrale ma non ne azzecca una. Tachtsidis riceve un pestone da Nainggolan (non sanzionato) e lascia il posto a Cissokho. Al 29' Dzeko reclama per un rigore inesistente e incassa il rosso per proteste. La superiorità numerica non giova al Genoa. Il sigillo lo mette Sadiq, subentrato a Salah, lasciato solo da tutta la difesa.

La Roma pone un rammendo sulla crisi e lascia il Genoa ancora una volta a bocca asciutta. La sensazione è quella che, per ogni passetto avanti, la squadra ne faccia tre indietro. Ora concentrazione al massimo in vista del derby, una partita che potrebbe assumere valore anche in chiave salvezza.