porti e logistica

Il segretario provinciale Leonardi: "Per la città sarebbe un passo indietro di 30 anni"
1 minuto e 30 secondi di lettura
Ferve alla Spezia il dibattito sul futuro utilizzo di una consistente parte dell'Arsenale Militare. Tra le ipotesi più accreditate si fa strada quella delle demolizioni navali relativa alla flotta in dismissione. POchi giorni fa il Capo di Stato Maggiore della Mrina Militare Ammiraglio Giuseppe De Giorgi, alla Spezia in occasione dell'ultimo ammaina bandiera della fregata Maestrale, ha tagliato corto sull'argomento dicendo in sostanza: "Alla Spezia le demolizioni navali solo se la città lo vorrà, altrimenti le unità in dismissione andranno altrove".

Sull'argomento, che sta dividendo la città tra favorevoli, contrari e possibilisti, interviene a Primocanale il segretario provinciale Uilm Graziano Leonardi:

"Noi metalmeccanici della Uil siamo profondamente contrari all'ipotesi delle demolizioni navali all'interno dell'Arsenale. Riteniamo che una scelta di questo tipo comporterebbe diverse controindicazioni. Primo: equivarrebbe a riportare la città indietro di oltre 30 anni; secondo: l'impatto dal punto di vista occupazionale sarebbe estremamente basso, pari a non più di una cinquantina di posti di lavoro; terzo ed ultimo, senza dimenticare l'aspetto legato ai rischi ambientali e salutari dell'operazione, dico che siccome questa è una città in cui si sta cercando di rilanciare su turismo, porto, industria e quant'altro, ebbene ragionare sul futuro dell'arsenale militare in termini di demolizioni navali credo sia sbagliato".

"La Uilm - spiega Leonardi - ha una ricetta, da ormai 30 anni, che si chiama 'Polo della Difesa'. La città ha la fortuna di avere all'interno del proprio tessuto industriale l'Arsenale Militare, Fincantieri e una serie di aziende del gruppo Finmeccanica come Oto Melara, Mbda e Selex: un mix, insomma, che ci può permettere di creare - non demolire, ripeto, ma creare, costruire e allestire delle grandissime, attrezzate ed efficienti navi da portare in giro in tutto il mondo. Questa è la strada da perseguire".