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Solo un terzo degli operatori ha sottoscritto la disponibilità ad acquisire le aree
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"Eravamo partiti bene. La trattativa era ben avviata, sarebbe andato tutto in porto, ma questo piano spiagge ci ha complicato le cose. Dei 23 operatori che erano disposti a trattare, ne sono rimasti solo nove. La vedo molto ardua".

Andrea Carlini, presidente del Consorzio degli operatori balneari di Marinella, parla chiaro: "L'operazione è troppo costosa".

L'idea, promossa dal Comune di Sarzana, che ha approvato il piano spiagge, era quella di far acquisire i terreni a monte dell'area demaniale di Marinella, sul litorale sarzanese, per consentire loro di spostare le strutture in terreni privati, non soggetti ai vincoli della direttiva europea, la cosiddetta Bolkestein.

Il piano spiagge era stato oggetto di forti polemiche: il Comune lo ha approvato tra mille critiche. Le opposizioni hanno contestato il mancato confronto con le associazioni di categoria. In particolare il Movimento 5 Stelle ha addirittura chiesto le dimissioni del sindaco per come è stata affrontata la pratica, anticipando il voto in Consiglio Regionale sulla valutazione ambientale strategica, accusando l'amministrazione di voler favorire gli attuali proprietari dei terreni che i balneari dovrebbero acquistare (in particolare la Marinella Spa, società nata da una costola del Monte dei Paschi di Siena, nella quale si erano inseriti gruppi immobiliari che pensavano ad un grosso investimento speculativo nell'area).

Ora oltre alle polemiche sul fronte politico, è arrivato lo stop dei balneari riuniti in Consorzio. Sabato si è chiusa la sottoscrizione di quanti sarebbero intenzionati ad entrare nell'operazione: solo poco più di un terzo hanno firmato.

"Gli oneri di urbanizzazione ammontano a circa 6, 7 milioni di euro - spiega Carlini - Altrettanti per l’acquisizione delle aree. Gli operatori devono costruire, c’è chi dive demolire un’area di 500 metri quadrati, per costruirne una da 350, c’è chi avrà diritto solo ad una spiaggia libera, con 10, 15 concorrenti di fianco. Insomma è difficile rientrare nella spesa".

"Il piano - aggiunge il presidente del Consorzio - prevede che tutta l’area demaniale sia libera da qualsiasi costruzione, si deve dunque ricostruire in aree private, ma molti non sono e non saranno proprietari dell’area perché non riusciranno a investire".

Rispetto a possibili vie d'uscita gli operatori balneari si aspettano modifiche sostanziali sui costi da sostenere: "Aspetiamo che il piano venga rivisto, che diminuiscano gli oneri di urbanizzazione e altre semplificazioni" dice Carlini, che poi lancia un appello pubblico ad operatori non presenti oggi a Marinella: "Se qualcuno ha interesse a inserirsi nell’operazione è ovvio che siamo aperti ad allergare il consorzio per sostituire quelli che non ci stanno".