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E la consigliere Pongiglione aggiunge: "Non si rendono conto del pericolo"
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Aumentano i dubbi sull'installazione di un deposito di bitume nella zona del porto di Savona. Dopo la mobilitazione di molti residenti della zona, si è mossa anche la politica. Lo scorso settembre è arrivata anche una mozione in Consiglio Regionale. “Dice che si dovranno mettere in atto tutte le possibili soluzioni alternative per spostare la collocazione di questo deposito di bitume”, spiega Milena Debenedetti, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle. “In essa si ammette che questa collocazione non è idonea, però è un documento molto generico, blando e questo molto probabilmente perché è un documento di compromesso, firmato da tutti”.

Una mozione all'acqua di rose, dunque, per la consigliera, che a Primocanale non nasconde le proprie perplessità. “E' una dichiarazione d’intenti piuttosto critica da realizzare, perché figuriamoci se il proponente, avendo tutti i progetti approvati, è disponibile a ricominciare da capo, quindi con spese e tempi, per fare un deposito da un’altra parte. Sicuramente chiederebbe delle compensazioni, quindi non è quella presa di posizione ferma che si avrebbe voluto.”

La rappresentante del M5S attacca a muso duro le istituzioni, nessuna esclusa. “Hanno dato l’impressione soprattutto di voler rimandare il problema, non hanno potuto tacere di fronte alla mobilitazione dei cittadini”, afferma De Benedetti, che poi si scaglia contro il primo cittadino di Savona. “La presa di posizione del sindaco Berruti, il primo giorno, era simile a quella del presidente dell’autorità portuale: il deposito si farà, con tutte le autorizzazioni, è sicuro. Ma già il giorno dopo è stato costretto a una precipitosa retromarcia, con una lettera al Ministero che però lascia il tempo che trova, perché è praticamente un ente che sconfessa se stesso”.

La pentastellata contesta anche la decisione di affidare a un avvocato l'esame della documentazione: “Non si tratta tanto di autotutela della città e cittadini contro il rischio bitume che abbiamo, quanto vedere se negli atti di qualche altro ente c’è qualche irregolarità che possa essere impugnata. Quindi, insomma, è più un tentativo di salvarsi le spalle che di salvare i cittadini”.

Ad oggi, dunque, non c'è traccia di un atto ufficiale che garantisca che il deposito di bitume non si farà. Ciò che più preoccupa il consigliere comunale De Benedetti è l'assenza di notizie sugli sviluppi. “Il silenzio è tutt’altro che rassicurante - afferma - perché non ci sono stati quei segnali di svolta, di un no fermo a questi depositi. La paura è che si voglia prendere tempo, rassicurare i cittadini dando l’impressione che tutto sia a posto, per poi magari ripartire dopo le elezioni in tempi più tranquilli.”

Sulla vicenda bitume entra a gamba tesa anche Daniele Pongiglione, consigliere comunale “Noi per Savona”, che a Primocanale sottolinea il fatto che Comune e Costa Crociere abbiano firmato un protocollo d’intesa sulla tutela ambientale nel porto, ignorando la vicenda del deposito di idrocarburi. “Non hanno preso in considerazione questa minaccia, perché è un vera bomba ecologica che potrebbe danneggiare il turismo dei croceristi verso il quale hanno espresso tante parole rassicuranti. Il porto è direttamente interessato, è un’area vicinissima alle crociere e questo odore di cui parla la Regione, non ce lo stiamo inventando noi, c’è questa minaccia e possibilità reale di disturbo olfattivo, di uova marce. Credo che non sia un bel biglietto da visita per la nostra città – dichiara - soprattutto nei confronti di questo milione di croceristi di cui giustamente si vanta l’autorità portuale.”

E, a dimostrazione di quanto potrebbero danneggiare la città di Savona i miasmi derivanti dal deposito, c'è l'esempio del depuratore della città della Torretta.“Il problema del depuratore non è mai stato risolto, continua a puzzare, nonostante siano più di 30 anni che si fanno interventi”, ricorda Pongiglione. "Tutti gli anni il Consorzio delle Acque spende più di 400mila euro per opere di deodorizzazione, ma, una volta che è stato costruito il deposito, come facciamo poi a smantellare?”, si chiede il consigliere.

“Non si rendono conto del pericolo gravissimo che un intervento di questo tipo rappresenta per la città”, attacca Pongiglione. “L’attraversamento di vagoni con questo liquido ad altissima temperatura, per tutta la città, nelle strade, nella ferrovia che passa nelle case, quindi crea gravi pericoli. A differenza di quanto avviene in altre zone del mondo non c’è stato nessun protocollo d’intesa, e lì sarebbe stato necessario, tra l’amministrazione comunale e la ditta che gestisce questo deposito, con paletti ben precisi, con rigorosi orari e indicazioni di percorsi meno pericolosi. Noi qui siamo nel silenzio totale”.