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La Fondazione Carispezia al rettore: “Servono risorse da Genova”
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Dobbiamo ottenere che alla Spezia si dia corpo all’accademia del mare, senza la quale non si giustificano gli investimenti fatti per la nuova sede del polo universitario spezzino

Matteo Melley, presidente della Fondazione Carispezia, durante la presentazione del piano strategico triennale (2016-2018), mette al primo punto il futuro dell’Università spezzina. Tre anni fa un protocollo d’intesa ha dato aperto la strada alla nuova sede del polo nell’ex ospedale militare di Viale Fiaschi, nei pressi dell’impianto sportivo Montagna, per quello che dovrà diventare un campus all’americana. Ma i costi di gestione sono destinati a crescere per una struttura più grande rispetto a quella attuale nei colli. E soprattutto perché alla base del progetto, che ha avuto il via libera della Marina Militare, c’è l’idea di puntare sui corsi dedicati all’ingegneria nautica del settore Difesa. Il polo, oggi gestito da Promostudi, ente composto da Fondazione, Comune e Provincia della Spezia, Camera di Commercio e Confindustria spezzina), non può più farcela da solo.

Melley, la Fondazione ha puntato da anni sul trasferimento dell’Università in una sede più consona. Ora cosa manca?

“Credo si sia posta la giusta attenzione sull’aspetto della sede. Finalmente La Spezia verrà un campus bellissimo, con il “Montagna” annesso. Un campus all’americana. La nostra preoccupazione però è che diventi un campus per pochi. Dobbiamo far mantenere gli impegni presi al momento della presentazione del Campus, dai Ministeri dell’Università e della Difesa, da genova e dal Rettore”.

L’Università di Genova fino ad oggi non ci ha creduto abbastanza?

“Direi che hanno molto contato molto sulle risorse locali. Quelle ci sono, sono importanti e la Fondazione fa la sua parte, ma non basta. Serve un impegno diretto, Genova deve considerare Promostudi alla stregua degli altri poli savonesi e imperiesi".

Vediamo i numeri della Fondazione Carispezia, come si chiude il triennio?

"La Fondazione Carispezia incrementa il patrimonio, crescono le erogazioni e anche gli investimenti per il territorio".

Sono cresciute anche le imposte...

"Sì, è un fatto nazionale. Avremmo avuto maggiori disponibilità con un carico fiscale inferiore, ma abbiamo fronteggiato anche questo problema".

In sede di presentazione del piano ha rimarcato quanto fatto nel settore della sanità e del sociale. Anche qui, tuttavia, ci sono polemiche. Parliamo dell’hospice. Avete creato spazi in una struttura alla Spezia, il piano regionale lo sta costruendo a Sarzana.

"Continuiamo ad essere convinti che questa provincia abbia bisogno di due hospice. Abbiamo un bacino d’utenza che lo giustifica. Siamo convinti che a Sarzana l’hospice vada fatto. Esiste però uno spazio pronto, il polo riabilitativo realizzato dalla Fondazione. C’è spazio per realizzare una struttura gemella. La Fondazione confida che questa amministrazione regionale riesca laddove la precedente non è riuscita, modificando in modo semplice il piano sanitario regionale, prevedendo il secondo hospice. In questo caso faremo ancora la nostra parte".

Continuate a investire nella cultura? C’è qualcosa di nuovo da prevedere tra le vostre iniziative?

"Credo il tema del golfo non sia stato adeguatamente valorizzato. In fondo è ciò che rende unico il nostro territorio, non è il mare. Il mare lo hanno in tanti e altri lo sfruttano anche meglio. Noi abbiamo il golfo, che sarebbe il palcoscenico migliore per ospitare un evento culturale è unire i tre comuni: La Spezia, Lerici e Porto Venere, è un traguardo a livello triennale. Possiamo ritagliarci uno spazio nel panorama nazionale".