porti e logistica

Dato ormai per certo l'accorpamento tra Genova e Savona
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Sta per essere raggiunta la quadra sulla riforma della portualità, con la prossima settimana che potrebbe essere quela decisiva. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, il ministro Graziano Delrio avrebbe fissato a 14 il numero delle Autorità portuali, una in meno di quanto previsto in precedenza e undici in meno rispetto alla situazione odierna.

L'unico nodo da sciogliere sarebbe quello dell'Autorià che dovrebbe comprendere La Spezia e Marina di Carrara, con i toscani che non vorrebbero finire all'interno della portualità ligure. “Carrara è un porto toscano e ha sempre fatto parte del sistema dei porti toscani. Con il quadro di norme esistente la maggior parte dei progetti che portiamo avanti trova come primo interlocutore l’amministrazione regionale”, aveva dichiarato poche settimane fa a Primocanale Francesco Messineo, presidente dell’Autorità portuale di Carrara.

Appare, invece, tutto deciso sul fronte Genova-Savona: l'unione tra le due Autorità portuali ci sarà. A nulla sono servite le polemiche del presidente Miazza, che ha tentato in tutti i modi di mantenere la poltrona sulla quale siede, ma evidentemente si è mosso fuori tempo massimo e senza comprendere la ratio della riforma.

Come ha spiegato di recente proprio il ministro Delrio, infatti, "gli accorpamenti tra i porti italiani vanno fatti perché sono un elemento essenziale per la competitività del Paese". Il gioco dei campanili e dei cadreghini - che lo faccia La Spezia, Carrara o Savona - sembra proprio non trovare spazio nella ridisegnata portualità italiana.