Genoa: con l'Udinese svolta mancata, ma Pavoletti dà peso alla squadra

Il Genoa torna da Udine con più certezze che punti interrogativi. Ma la sensazione è che, episodi a parte, sia sfuggita alla squadra rossoblù la prima possibilità della stagione di svoltare davvero. La formazione di Gasperini ha sempre tenuto le operazioni del gioco in mano eppure quasi mai è andata al tiro, a parte un colpo di testa di Gakpé.

Capel un po’ troppo dall’area e l’ex Nantes, non propriamente una prima punta, non hanno certo aiutato a finalizzare la mole di gioco prodotto. Pavoletti mandato inizialmente in panchina perché in settimana si era allenato a singhiozzo, quando è entrato pareva in formissima tanto da avere strani pensieri sul fatto che non sia partito titolare.

Inutile girarci intorno, con lui in campo là davanti la squadra ha avuto più peso e le occasioni ci sono state eccome. Ma qui salta agli occhi il numero dei gol segnati fin qui: in sette giornate 4 reti all’attvo di cui solo 2 su azione. Difficilmewnte in passato una squadra di Gasperini ha capitalizzato così poco. È per questo che è bastata una distrazione, in particolare di Cissokho, per rovinare tutto. Gli equilibri sono labili, ma la reazione almeno c’è stata anche con quel pizzico di cattiveria agonistica che fa la differenza. Il pareggio su rigore di Perotti è il giusto riconoscimento a tutto questo e sarebbe stata una beffa la sconfitta ma un super Lamanna prima e un po’ di sorte poi hanno consentito al Genoa di vedere il bicchiere mezzo pieno.

Il gruppo è solido e crede nei propri mezzi, in percentuale la squadra può crescere e in questo senso le prossime tre gare, dopo la sosta, diranno qualcosa di più: Chievo in casa, Empoli e Toro fuori sono test insidiosi ma alla portata per capire che campionato sarà.