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Parte dal Levante la resa dei conti nel Pd ligure
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Gli scontri nel Partito Democratico ligure per rimettere in gioco gli equilibri tra le correnti e il peso dei big nelle varie province parte dalla Spezia dove c'è un partito senza segretario, con fazioni divise, con la paura di perdere anche il Comune capoluogo, dopo anni di dominio incontrastato nella scena politica locale.

La sconfitta delle ultime regionali e il modesto risultato ottenuto proprio nell'estremo levante non sono ancora state digerite. Le divisioni tra chi ha sostenuto con forza Raffaella Paita e chi non l'ha appoggiata, pur essendo del Pd, pur essendo lei spezzina, dimostrano quali fossero - seppure un po' sommerse - le tensioni dentro al partito.

Il caos si respira in tutta la Regione, sembra essere il momento della resa dei conti. Il gioco delle possibili candidature condiziona le strategie per far prevalere una corrente piuttosto che l’altra. E viceversa. E come spesso è accaduto, la guerra incrociata è iniziata da levante, ma già si respira il clima bollente anche nel resto della Liguria: a Genova la presunta fuga in avanti di Basso (che lui stesso ha smentito) ha creato subbuglio, a Savona (dove si vota già nel 2016) il tempo di stringe e le idee confuse sulla scelta del candidato sindaco cozzano con l'esigenza di trovare un nome vincente. Ma le acque più agitate sembrano essere proprio nell'estremo levante ligure: qui il Pd si interroga su chi dovrà presentarsi per la successione di Massimo Federici, sindaco al secondo mandato in scadenza nel 2017, con ambizioni romane, e la speranza di lasciare la sua poltrona a un degno, e soprattutto amico, erede.

Ancora una volta - come alle regionali - c'è chi punta sulla discontinuità. Il gruppo di esponenti del Pd che fa riferimento al Ministro Orlando guida questa fazione. Chiede un congresso in tempi stretti dopo che il partito è stato dato in mano a un comitato allargato dove i membri sono stati nominati con il manuale Cencelli. Gli orlandiani guardano anche alle comunali: il loro candidato potrebbe essere l'assessore Alessandro Pollio, che cerca di rimanere coperto, ma è destinato alla pole position.

Ci sono poi i nomi di quelli che possono sparigliare le carte: in primis quello di Lorenzo Forcieri, che lascerà il Porto proprio nel 2017, e che un giorno si, e l'altro anche, non nasconde di avere l'idea di tornare a fare politica pura. Nega di voler fare il sindaco a Spezia, ma tutti in città sono convinti che ci punta davvero e che già oggi ragiona più da primo cittadino che da numero uno dell'Autorità Portuale. E la cosa, peraltro, infastidisce lo stesso Federici.

Ed ecco allora il nome che potrebbe ulteriormente scompaginare i disegni nella corsa alla poltrona di sindaco e probabilmente acuire le tensioni dentro il partito: è proprio quello di Raffaella Paita. Alcuni suoi amici confidano che la tentazione c’è, ma è anche combattuta: da una parte la voglia di riscatto, dall'altra il rischio di una sconfitta da cui sarebbe difficile ritornare a galla: per certi versi lo deve a Federici, che l'ha difesa esponendosi all'eccesso, perdendo anche qualche consenso: inoltre un candidato forte dentro alla giunta attuale e dentro la sua corrente non esiste. Infine l'idea di fare uno sgambetto a Forcieri, e alle sue ambizioni mai sopite, la stuzzica assai.