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Ancorate davanti ai "Bagni Letizia" 6 biosfere trasparenti
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Tradizione e tecnologia si sono sposate a Noli, sulla costa del ponente ligure, dando vita ad una prima mondiale: il pesto realizzato con basilico coltivato in fondo al mare.

All'interno di un antico mortaio di oltre duecento anni sono state infatti pestate le profumate foglioline del basilico coltivato nelle biosfere trasparenti dell'Orto di Nemo, il progetto nato due anni fa, per iniziativa di Sergio Gamberini, amministratore unico della Mestel Safety che opera nel settore della subacquea, con l'obiettivo di ingegnerizzare ed installare strutture subacquee per la coltivazione di vegetali terrestri destinati alla alimentazione umana.

Teatro dell'evento lo stabilimento balneare "Bagni Letizia" davanti al quale, in mare, tra i sei e dodici metri di profondità, sono state ancorate sei biosfere trasparenti. All'interno, le varie culture (da quest'anno al basilico si sono aggiunte altre varietà quali l'insalata, i rapanelli, gli zucchini, il prezzemolo, l'origano e il timo) si sviluppano grazie ad una temperatura quasi costante tra giorno e notte e alla evaporazione dell'acqua di mare che, condensandosi sulle pareti interne, crea le condizioni ideali per la crescita delle piante.

La conferma della bontà del basilico, già promosso dagli esami del Centro di sperimentazione e assistenza agricola (Cersaa) di Albenga, si è avuta con la prova del pesto. Protagonista dello storico evento è stato Roberto Ciccarelli, esperto nell'uso del mortaio e fondatore insieme a Stefania Passaro, dell'associazione culturale "Siamo gente di Mare", nata nel 2003 a Carloforte, l'isola dei genovesi in Sardegna, che si propone di riscoprire, conservare e diffondere le tradizioni gastronomiche delle popolazioni costiere italiane.

Il basilico dell'Orto di Nemo, unito agli ingredienti rigorosamente Dop come da disciplinare per la realizzazione della salsa più famosa al mondo, si è rivelato all'altezza del compito. "Un pesto armonioso" hanno commentato gli esperti presenti tra i quali Federico Ferrero, vincitore di MasterChef 2014.

"La ricerca che crea innovazione per un futuro sostenibile ha così trovato un alleato, il mortaio, un antico oggetto a impatto ambientale zero: non inquina e non fa rumore. Per i liguri è sempre stato un accessorio fondamentale. Lo portavano in viaggio sui loro velieri e in caso di naufragio era una delle prime cose da salvare".