
"La misura è colma", commenta il ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, annunciando che d'accordo con il premier Matteo Renzi proporrà oggi in Consiglio dei Ministri di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali. "Non si è trattato di chiusure ma di aperture ritardate", precisano dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l'area archeologica. I siti, precisano dalla Soprintendenza, "come previsto alle 11.30 hanno aperto, compreso l'Anfiteatro Flavio".
"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali", aveva infatti scritto stamane il Garante degli scioperi Roberto Alesse.
La vicenda riporta alla mente la chiusura improvvisa degli scavi di Pompei il 24 luglio scorso, sempre per un'assemblea.
"Le assemblee sindacali non si sono svolte solo a Roma, ma in diverse parti di Italia, a Firenze per esempio hanno ritardato l'apertura tutti i musei di Palazzo Pitti. I problemi sono di livello nazionale", spiega il coordinatore nazionale della Uil Beni Culturale Enzo Feliciani.
Tra i problemi i sindacati annoverano "il salario accessorio che non viene versato da nove mesi, la riforma del ministero sulla riorganizzazione delle sovrintendenze che ha generato il caos, il personale insufficiente a garantire la funzionalità dei vari istituti e la non chiarezza delle competenze: ci è stato attribuito un organico totalmente insufficiente e stiamo chiedendo assunzione di personale che manca dappertutto".
IL COMMENTO
Il Vangelo di Matteo 25 e l’eredità di Papa Francesco
Le BR rapiscono Mario Sossi e Genova entra nell’incubo terrorismo