cronaca

Il punto della situazione col presidente del Parco Antola
2 minuti e 20 secondi di lettura
Il flagello che ha colpito l’entroterra ligure non ha colpito solo i privati cittadini. Frane, strade distrutte, mulattiere strappate via dall’acqua costringono alberghi, trattorie, rifugi e allevamenti a chiudere i battenti. Chissà per quanto.

A fare il punto della situazione è Roberto Costa, presidente del Parco Regionale dell’Antola, che ci ha inviato foto molto significative. Perché proprio qui, alle pendici dell’Antola, il maltempo ha lasciato i segni più evidenti. “Abbiamo situazioni molto critiche: a Valbrevenna, come sapete, il santuario della Madonna dell’Acqua è isolato per il crollo del ponte e la scarpata rischia di crollare ulteriormente creando danni irreversibili alla chiesa. Ma anche tutta l’alta valle è isolata”.

I danni sono nell’ordine dei milioni di euro. “Vi faccio solo un esempio: a Gorreto – spiega Costa – un rio che normalmente non fa paura a nessuno ha portato una montagna di pietre nel Trebbia. Mi immagino quanto costerà toglierlo”.

A Caprile, frazione di Propata completamente isolata a causa del crollo dell’unica strada, porte serrate per il ristorante Berto e il rifugio Caprile. Gravi danni agli allevamenti Bruzzone e Traverso. “A Senarega – continua Costa – la trattoria del Pioppo è chiusa e non si sa quando potrà riaprire. Sulla strada dell’Antola l’Osteria del Sole è in difficoltà”. Poi c’è il rifugio dell’Antola, tagliato fuori da una frana sul sentiero che lo raggiunge. Infine Marzano di Torriglia, dove il Centro Turismo Equestre Parco è totalmente irraggiungibile.

"Sono danni pesanti: proprio in questi giorni inizia la stagione dei funghi. La gente arriva qui, gira nei boschi, si ferma a dormire. Se le strutture restano chiuse diventa difficile sopravvivere".

Fatta la conta dei danni e ringraziate le istituzioni “per la velocità e la premura con cui sono venute qui a rendersi conto”, si pensa a ricostruire. La Regione, per mezzo del presidente Toti, ha annunciato che stanzierà prime cifre per le somme urgenze. “I Comuni devono fare richiesta e documentare i danni, in qualche modo poi si trovano le risorse – dice Costa – I sindaci siano veloci, espongano bene alle autorità competenti i danni subiti e usino al meglio le risorse per fare i primi passi”.

In tema di prevenzione, Costa si sofferma sulla necessità dei piccoli interventi: “La regimazione è fondamentale. I danni sono stati legati soprattutto alla velocità dell’acqua, che scende dai monti e porta via tutto. Servono tubi e canaline. Sembrano piccole cose, ma aiutano ad attenuare i danni quando avvengono piogge come queste. Che sicuramente – conclude Costa – hanno a che fare col cambiamento climatico”.