
A fare il punto della situazione è Roberto Costa, presidente del Parco Regionale dell’Antola, che ci ha inviato foto molto significative. Perché proprio qui, alle pendici dell’Antola, il maltempo ha lasciato i segni più evidenti. “Abbiamo situazioni molto critiche: a Valbrevenna, come sapete, il santuario della Madonna dell’Acqua è isolato per il crollo del ponte e la scarpata rischia di crollare ulteriormente creando danni irreversibili alla chiesa. Ma anche tutta l’alta valle è isolata”.
I danni sono nell’ordine dei milioni di euro. “Vi faccio solo un esempio: a Gorreto – spiega Costa – un rio che normalmente non fa paura a nessuno ha portato una montagna di pietre nel Trebbia. Mi immagino quanto costerà toglierlo”.
A Caprile, frazione di Propata completamente isolata a causa del crollo dell’unica strada, porte serrate per il ristorante Berto e il rifugio Caprile. Gravi danni agli allevamenti Bruzzone e Traverso. “A Senarega – continua Costa – la trattoria del Pioppo è chiusa e non si sa quando potrà riaprire. Sulla strada dell’Antola l’Osteria del Sole è in difficoltà”. Poi c’è il rifugio dell’Antola, tagliato fuori da una frana sul sentiero che lo raggiunge. Infine Marzano di Torriglia, dove il Centro Turismo Equestre Parco è totalmente irraggiungibile.
"Sono danni pesanti: proprio in questi giorni inizia la stagione dei funghi. La gente arriva qui, gira nei boschi, si ferma a dormire. Se le strutture restano chiuse diventa difficile sopravvivere".
Fatta la conta dei danni e ringraziate le istituzioni “per la velocità e la premura con cui sono venute qui a rendersi conto”, si pensa a ricostruire. La Regione, per mezzo del presidente Toti, ha annunciato che stanzierà prime cifre per le somme urgenze. “I Comuni devono fare richiesta e documentare i danni, in qualche modo poi si trovano le risorse – dice Costa – I sindaci siano veloci, espongano bene alle autorità competenti i danni subiti e usino al meglio le risorse per fare i primi passi”.
In tema di prevenzione, Costa si sofferma sulla necessità dei piccoli interventi: “La regimazione è fondamentale. I danni sono stati legati soprattutto alla velocità dell’acqua, che scende dai monti e porta via tutto. Servono tubi e canaline. Sembrano piccole cose, ma aiutano ad attenuare i danni quando avvengono piogge come queste. Che sicuramente – conclude Costa – hanno a che fare col cambiamento climatico”.
IL COMMENTO
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse