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Manca il numero legale, salta l'elezione del nuovo presidente
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E’ sempre più ingarbugliata la vicenda che ruota intorno all’Unione dei Comuni di Vallescrivia. Dopo le cronache della scorsa settimana quando il Pd non era riuscito a rinnovare la presidenza di Simone Franceschi per il mancato voto dei consiglieri di Savignone, ieri sera fumata nera per la nuova riunione che avrebbe dovuto eleggere un diverso presidente. Il Pd non ha partecipato alla votazione facendo mancare così il numero legale.

Tuttavia nelle ore in cui lo stesso partito di centro sinistra ha visto l’approdo in Liguria di una guida foresta, anche in Vallescrivia potrebbe succedere lo stesso per l’Unione. Infatti, il rischio di commissariamento pare concreto in quanto entro fine luglio andava approvato il bilancio che di fatto non è stato ancora chiuso anche a seguito delle ultime difficoltà registrate dalla realtà che dovrebbe mettere a sistema il lavoro dei nove comuni.

Se la contestata elezione dello stesso Simone Franceschi alla guida del Comune di Vobbia pare non destare preoccupazione al diretto interessato nonostante le minoranze avessero sostenuto che il sindaco avrebbe dovuto dimettersi dal precedente in carico di sindaco ronchese con un mese d’anticipo rispetto alla scadenza del mandato, ora le stesse minoranze rincarano le dose sull’operato dell’Unione. Lo fanno in modo particolare con Michelina Gatto e Anna Cecchini.

Le consigliere attraverso un documento denunciano: “Alle persone meschine il potere dà alla testa più dell’alcol”. Ma se appare probabile che nonostante i tentativi del segretario Alessandro Terrile, comunque vada, il Pd non riuscirà più ad avere una presidenza tutta sua o una maggioranza sostenuta dai suoi colori, con i sindaci di Busalla e Valbrevena in prima fila, lungo lo Scrivia è già scattata la corsa alla responsabilità per spiegare l’empasse amministrativa che in caso di commissariamento potrebbe portare costi aggiuntivi per i 22 mila cittadini valligiani.