Si è chiusa con 23 indagati una indagine della Guardia di Finanza di Imperia che ha consentito di scoprire un giro di fatture per operazioni inesistenti di acquisto e vendita di prodotti informatici per un imponibile di oltre 50 milioni e una imposta evasa ai fini di Iva di oltre 10 milioni. Sotto accusa una società imperiese attiva nel commercio di prodotti tecnologici e informatici che ha coinvolto 38 altre società fittizie. Tra i reati ipotizzati l'emissione o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione e e infedele dichiarazione.
La frode carosello era caratterizzata dalla presenza di società cosiddette "cartiere" le quali, oltre a essere delle mere finzioni giuridiche, in quanto esistenti solo sulla carta, emettevano fatture false e false lettere di intento nei confronti di altri operatori economici, con lo scopo di far perdere le tracce del denaro e dei beni falsamente venduti.
"Numerose le transazioni prive di ragioni economiche" denuncia la Guardia di Finanza.
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