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Le spine del sindaco: Forcieri, commercianti e piazza Verdi
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“La Spezia è in ascesa, c’è movimento, la sera è molto vitale, ci sono tanti locali. Vengono tante persone: turisti, ma anche tanti del circondario. Sarebbe bene creare nella passeggiata Morin delle attività che possano ulteriormente rendere la città attrattiva”.

Il sindaco della Spezia Massimo Federici rilancia l’idea di portare nuove attività commerciali lungo passeggiata Morin, il lungomare spezzino. Il piano del commercio per ora ha escluso questa ipotesi dopo la pressione dei commercianti. Ma Federici vuole riaprire la partita:

“Abbiamo ascoltato la preoccupazione dei commercianti e abbiamo deciso di accogliere le loro indicazioni. Tuttavia ho manifestato un disaccordo su questo tema. Questo è un momento particolare della città e sarebbe bene coglierlo pienamente. Io penso che quando ci sono momenti di crescita come questo, più offerta c’è e più alla fine la capacità di attrazione aumenta e ci sarebbe beneficio anche per le attività del centro storico”.

Ma i commercianti dicono che spostando la movida sul lungomare, si ucciderebbe il centro città
E’ la preoccupazione che hanno manifestato, per ora l’abbiamo accolta nel piano del commercio. Ma ci piacerebbe rimettere tutto in discussione.

A proposito di movida, stanno affiorando anche alla Spezia problemi collegati di degrado. E le soluzioni sul campo sono quelle dell’autoregolamentazione dei commercianti e di ordinanze ad hoc per contrastare fenomeni, legati al consumo di alcool, schiamazzi, sporcizia, contestati dai residenti.
Bisogna mettere insieme una serie di azioni in campo. Quelle dell’autogoverno sono importanti. Gli esercizi commerciali possono fare una parte significativa, nel reprimere o stigmatizzare comportamenti che possono essere controproducenti per loro stessi.

Poi però ci sono i minimarket che vendono alcool e non rientrano nell’autoregolamentazione per la vendita degli alcolici in determinati orari.
È vero. Ma la vita di una città è complicata. Per fortuna è complicata. Perché è una città. Altrimenti sarebbe un dormitorio, o comunque un paese. Invece c’è una molteplicità di presenze e io voglio che cresca questa città. Certo bisogna porre attenzione anche agli eccessi. Ed evitare che ci siano gli eccessi. Ma il discorso che abbiamo fatto con i commercianti e con le varie parti del Comune che possono intervenire, possa dare una prima risposta. Però noi vogliamo spingere sulla movida.

Se spingi sulla movida, molti residenti si lamentano…
Ai residenti presteremo attenzione, intervenendo nelle situazione più spinte, per il resto devono avere pazienza.

Il fenomeno delle crociere. Qualche settimana fa un comandante della Royal Carebbean ha detto che i commercianti spezzini fanno la siesta. E’ proprio così?

Il comandante non è venuto in città 10 anni fa. Il cambiamento c’è, è in corso. I tempi di adeguamento non sono così rapidi come sarebbe auspicabile. Però lo sforzo dei commercianti esiste. E’ anche un momento difficile. Non c’è solo l’apporto delle crociere, la crisi è ancora aperta, per cui si fa fatica ad accelerare questo processo di cambiamento, ma va portata avanti

A proposito di crociere, a che punto è il progetto del nuovo Waterfront? E’ vero che lei e il presidente dell’Autorità Portuale Forcieri avete idee diverse?
Le idee diverse sono solo sul molo crociere. A mio avviso non servono ulteriori riempimenti in uno specchio di mare che è bene lasciare così come è. Se poi tra dieci anni vedremo che ci sarà l’esigenza vedremo. Ora con qualche accorgimento si possono realizzare tre approdi per le crociere senza nuovi tombamenti. E’ l’unica divergenza. Per il resto non ci sono divergenze anche perché non c’è niente di immediato. I tempi di realizzazione del waterfront sono ancora distanti. Non ci sono responsabilità specifiche. E’ un paese che ha tempi troppo lunghi. Dobbiamo ancora spostare il fascio dei binari, dobbiamo ancora trovare gli spazi per ricollocare le attività di Calata Paita sul Molo Garibaldi. Tempi lunghi.

Torniamo al degrado. In molte interviste con gli spezzini che abbiamo realizzato, sembra essere il punto dolente di questa città. E’ vero?
C’è un aspetto critico sulle piccole manutenzioni, questo è vero, ed è legato in gran parte alla carenza di risorse che oggi gli enti locali hanno. Posso però prevedere che ci sarà un miglioramento significativo dal prossimo anno, quando avremo un bell’impatto di nuovi piccoli cantieri per la manutenzione. Quanto alla pulizia, voglio ricordare com’era la situazione non molto tempo fa. Era una situazione terrificante, terribile. Ce ne vergognavamo tutti. Ora il centro storico è molto migliorato, è riconosciuto da tutti. Bisogna andare avanti in questa direzione. Poi ci sono alcune situazioni, dove si fa raccolta differenziata, penso a quartieri non in centro come Canaletto e Mazzetta, alcuni punti critici dove siamo in affanno. Lì bisogna che Acam dia risposte più convincenti di quelle date fino ad ora. Però la strada ora è in discesa, rispetto a momenti drammatici che abbiamo vissuto anche per la crisi dell’azienda e che stiamo portando a soluzione.

Parliamo di Piazza Verdi
E’ un tormentone

Dopo il ritrovamento di alcuni reperti, lo stop ai lavori della Soprintendenza, ha detto che si sente bersagliato
E’ sotto gli occhi di tutti. Non voglio fare la parte del paranoico di chi ha manie di persecuzioni. Nel primo atto di questa vicenda abbiamo dimostrato con sentenze del Consiglio di Stato che ci sono stati dei veri e propri eccessi di potere. E’ sentenziato. Abbiamo vinto. Ora c’è la preoccupazione che con la scusa dei ritrovamenti si voglia aprire un secondo atto. Perché c’è questo intervento della sovrintendenza nazionale? Si fosse trattato del sovrintendente locale avrei capito. Ma perché da Roma parte l’ordine?

Ma secondo lei cosa c’è dietro? C’è una regia occulta?
Non mi sono dato la risposta perché questa vicenda ha qualcosa di surreale e assurdo. La risposta non c’è. Posso intuire che c’è sempre stato un braccio di ferro dove alcune lobbie che hanno capacità di condizionare alcune strutture dello Stato in modo anche forte, vogliano continuare con questo braccio di ferro. E’ quello che vedo.

Che tipo di lobbie?
Beh Intanto una persona in particolare: Vittorio Sgarbi, l’abbiamo sentito esprimersi per settimane, insultandomi tutti i giorni su tutte le televisioni immaginabili. E lui ha capacità di pressione notevole, è un personaggio che intimorisce alcuni ambienti e li condiziona. Poi c’è stata l’iniziativa di alcune organizzazioni come Italia Nostra.

Le lobbie dell’ambiente?
Sì, le lobbie ambientaliste

Altra polemica: il presidente della Fondazione Carispezia Matteo Melley l’ha criticata per molti aspetti. Fra l’altro dice che non riconoscete il giusto ruolo della Fondazione
La polemica sulla riconversione delle aree della Marina Militare non l’ho capita. Siamo stati assieme a Roma io, lui in tavoli importanti dove c’erano tutti i referenti. Speravo che avesse capito che da parte nostra c’era stata piena collaborazione, ma è difficile. A volte le cose sono complicate e difficili. Ne ho esperienza ogni giorno. Matteo deve farsene una ragione, a volte le cose sono complicate.

Melley dice che non accettate della Fondazione il ruolo di investitore sociale
In alcuni casi è stato fatto qualcosa dalla Fondazione con la nostra collaborazione, pensiamo alla vicenda della Don Gnocchi, frutto di una intesa che c’è stata. Nello specifico, sull’housing sociale, abbiamo avuto difficoltà a individuare aree adatte alla realizzazione del progetto sulla quale la Fondazione intende investire. Ma sono questioni oggettive. Non abbiamo molte aree sulle quali è possibile procedere con edificazioni di palazzi. E’ un problema oggettivo anche quello.

Capitolo Partito Democratico. Il clima nel partito è caldissimo. La spaccatura netta e nessuna delle anime del Pd sembra voler fare passi indietro. Come si può risolvere la situazione di impasse?
Dipende da molte cose. Anche da quello accadrà nel quadro nazionale, e quali saranno gli sviluppi del Pd a livello nazionale, anche perché stiamo entrando in un momento critico per Renzi, con le solite crisi di metà mandato, alcuni ragionamenti a questo punto è importante farli. A livello locale la ferita è profonda. Quello che è successo non si era mai verificato. La ricostruzione non la fai in pochi giorni. Poi penso che ce la faremo, ma non sarà né semplice, né breve.