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Dopo le dimissioni di Giovanni Lunardon
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"Un gesto volontario, compiuto all'indomani delle Regionali". La relazione di Giovanni Lunardon si riassume in una frase. Quella in cui spiega il motivo delle sue dimissioni. E' cominciata così l'assemblea regionale Pd nella sala del Cap di via Albertazzi a Genova.

Alla presenza del vice segretario nazionale Lorenzo Guerini, presente per tirare le somme sul commissariamento del Pd ligure dopo le dimissioni del segretario regionale (che alle primarie si è schierato con Sergio Cofferati), Lunardon ha parlato di "coesistenza di analisi diverse e ricette diverse" in relazione alla sconfitta alle Regionali. La via d'uscita "si vedrà solo con un congresso, questo non toglie che la discussione oggi tra noi non aumenti la divisione e provi a ricucire i fili strappati in questo periodo".

L'INTERVENTO DI GUERINI: Il caso del Pd ligure, approderà questo giovedì in segreteria nazionale per definire le modalità con le quali arrivare al congresso regionale che definisca linea politica e nuovo gruppo dirigente. Lo ha detto il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini. "Questa sera sono venuto qui ad ascoltare", ha spiegato Guerini, secondo il quale è necessario "arrivare in tempi ragionevolmente ravvicinati al congresso regionale. Nei prossimi giorni quindi ha spiegato Guerini la segreteria nazionale valuterà il da farsi confrontandosi con il partito regionale, partendo dalla consapevolezza che non è stata trovata una volontà di "individuare insieme modalità" per uscire dalla divisione del Pd ligure.

La prospettiva di un commissariamento quindi si fa sempre più concreta
anche se, dopo che sono circolate voci su possibili candidati, non sembra che al momento ci sia un'intesa su un nome che possa mettere d'accordo tutti. Dopo un'altra giornata di contatti, non è emerso nemmeno un nome interno che possa accompagnare il partito fino al congresso che fra qualche mese dovrebbe ridisegnare il nuovo assetto di vertice.

Lunardon ha aperto i lavori confermando le sue dimissioni e smentendo così chi pensava che guidasse il plotone di chi voleva arrivare alla conta
. Alle voci che davano come possibili commissari due deputate del Pd Anna Rossomando e Valentina Paris, considerate però da alcuni ambienti del Pd liguri troppo filo 'giovani turchi' per poter essere il commissario di tutto il partito, si è unita oggi anche quella di Raffaella Paita che ha apertamente accusato il suo concittadino di La Spezia, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di avere aperto le ostilità contro l'amministrazione regionale uscente, di fatto spianando la strada alla forte contrapposizione che sta attraversando il partito e che ha contribuito alla sconfitta elettorale.

Sulla possibilità che si arrivi a un voto per stabilire chi sarà a guidare il partito fino al congresso, arrivando ad una conta fra le due fazioni contrapposte, Paita risponde che non è ora il momento di forzature o lacerazioni, ma che il commissario, chiunque esso sia, non avrà la bacchetta magica per affrontare la situazione. "Sarà Roma a darci una mano", dice Paita. E sarà Guerini che trarrà le conclusioni dal dibattito di oggi.

PRIMA DELL'ASSEMBLEA - Tra i primi ad arrivare in sala, è stato lo stesso Lunardon a confermare a Primocanale la presenza del vice segretario nazionale: "Ci siamo visti con Guerini, che è sempre stato molto attento alle nostre discussioni e ne trarrà l'esito. Una discussione molto libera e aperta e mi auguro che ci sia materia per rilanciare il Pd in Liguria. Ho ritenuto giusto rassegnare le dimissioni dopo la sconfitta, un atto di responsabilità e amore per il partito. Le ragioni della sconfitta ligure sono prevalentemente liguri ed è giusto affrontarle a fondo per affrontare tornate elettorali nel medio termine come Savona e Genova. Nel Pd non si fanno crociate, dobbiamo bandire la logica infantile del complotto assumendoci ognuno le nostre responsabilità per ripartire tutti insieme".

Per il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini si tratta di "un normale confronto con i dirigenti territoriali per uscire da una sconfitta significativa e attrezzarci al meglio per le sfide future. Ogni elezione consegna dei messaggi da decifrare. Noi abbiamo avuto delle responsabilità da cui non vuole sfuggire anche la segreteria nazionale".

Per Alessandro Terrile "c'è un problema, quello del consenso che il Pd non ha raccolto alle elezioni. Si deve andare verso il recupero di quei voti con sana autocritica. Le discussioni anche a livello genovese parlano di una serie di errori che convivono sia a livello nazionale che locale. Riflettiamo per non ripeterli più, e soprattutto il partito torni a dialogare coi cittadini. Se finissimo la discussione che è solo colpa di Lunardon non diremmo il vero, le responsabilità sono collettive, anche di chi ci ha portato a una candidatura che è iniziata un anno e mezzo fa".

Raffaella Paita è sicura dell'arrivo di un commissario esterno: "Abbiamo provato in queste ore una soluzione unitaria per uno sbocco locale al Pd, non è accaduto perché si partiva dal presupposto che Lunardon rimanesse. Ognuno di noi ha un po' di colpa, ma un tema cruciale è stato l'aver posto in quel modo la discontinuità con l'amministrazione uscente".