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Ormai è guerra dichiarata tra Comune e Soprintendenza
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E' ormai guerra aperta tra amministrazione comunale e direzione regionale della Soprintendenza Archeologica, dopo la decisione di quest'ultima di procedere ad accertamenti e verifiche su tutta la parte centrale di piazza Verdi, dove da due anni è aperto il cantiere per gli interventi di riqualificazione del sito.

Una decina di giorni fa le ruspe hanno portato alla luce reperti quasi certamente riconducibili al vecchio teatro ottocentesco Politeama, demolito nel 1933. Nonostante ciò, la Soprintendenza ha inteso procedere ad una verifica a tutto campo che, comportando ulteriori ritardi sui tempi di completamento del progetto, aggravio di costi e disagi anche per residenti e commercianti della zona, il Comune della Spezia proprio non riesce a digerire.

Il sindaco della Spezia ha dunque preso simbolicamente "carta e penna" e scritto al ministro della Cultura Dario Franceschini una lettera della quale riportiamo il testo qui sotto:


Mi vedo costretto a scriverti la presente lettera per segnalare alla tua attenzione quanto nuovamente si sta verificando nella mia città a causa dell'iniziativa del tutto spropositata di alcuni responsabili di importanti uffici del tuo ministero. Quella che stiamo vivendo da ormai due anni è una storia davvero paradossale, che continua a vedere organi della Soprintendenza attivare iniziative ostative e ostruzionistiche alla realizzazione di un nostro progetto di riqualificazione della locale Piazza Verdi.

Iniziative che finora, nonostante ricorsi e contro ricorsi, in sede di giustizia amministrativa non hanno prodotto nessun risultato, se non quello di rallentare oltremodo l'iter di realizzazione del progetto, con danno sia per le casse del Comune, che in più occasioni si è visto costretto a proporre variazioni di bilancio funzionali a rivedere il budget destinato al compimento dell'opera, sia per gli operatori commerciali della piazza, che vivono dei flussi turistici movimentati dalla vicina stazione crocieristica e che negli ultimi anni hanno patito gli effetti di questo temporeggiare e di questa ingiustificata volontà di disfare quanto costruito dall'amministrazione che governo. Il nostro territorio infatti è entrato nella sfera di un parossistico interesse di alcuni tuoi Uffici, non in ragione di importanti emergenze storico-architettoniche che si trovano da tempo in condizioni drammatiche, quali, ad esempio, la nostra antica Pieve di Marinasco, non per un sito archeologico di valore mondiale come quello della città romana di Luni, in stato di avanzato abbandono, non per il notevole patrimonio culturale e artistico che da soli cerchiamo in qualche modo di mantenere con immane fatica, e neppure per il nostro tanto fragile quanto incommensurabile paesaggio. No, non tutto questo!

Il "core business" delle Soprintendenze nazionali pare essersi, da tempo e ossessivamente, focalizzato sulla centrale piazza Verdi in La Spezia. Abbiamo già subìto per quasi due anni quello che nessuna municipalità ha patito attraverso un inusitato e ingiustificabile attacco al nostro progetto.

Aggressione, questa, che abbiamo bellamente respinto con il sostegno giuridico di Tar e Consiglio di Stato. Si è trattato di un vero e proprio eccesso di potere che, come ti dicevo, ha determinato un grave danno sia agli operatori della piazza per i ritardi provocati al cantiere, sia alla amministrazione per i costi che aggiuntivi che si sono determinati.

Nonostante i giudici amministrativi abbiano condannato il Ministero ed i suoi dirigenti, perché con atti illegittimi hanno cercato di impedire la riqualificazione di piazza Verdi, sembra che queste sentenze non siano state ancora sufficienti, visto l'ultimo provvedimento di sospensione dei lavori che, ostinatamente, mantiene lo stesso proposito.

Assistiamo infatti a un nuovo tentativo, messo in opera dalla Direzione della Soprintendenza archeologica che ha inteso impegnarsi in prima persona nel tutelare il ritrovamento di alcuni sassi, già fondamenta di un teatro ottocentesco demolito circa un secolo fa in quanto di scadenti fattezze (ti invito a questo proposito a leggere quanto dichiarato alla stampa nelle ore immediatamente successive al sopralluogo, dal soprintendente regionale in persona, Vincenzo Tinè").

Contrariamente a quanto il buon senso avrebbe suggerito, si è deciso infatti di stoppare, non una porzione della piazza, quella interessata dalle attività di scavo e ripulitura finalizzate a repertare e datare il materiale rinvenuto, ma il cantiere nella sua interezza, impedendo di fatto qualsiasi azione da parte della ditta vincitrice dell'appalto.

A mio avviso è evidente la mancanza di oggettività che muove i dirigenti dei succitati uffici, che, probabilmente per compiacere interessi particolaristici si muovono a danno di una comunità tutta, che assiste attonita a un comportamento tutt'altro che improntato alla correttezza istituzionale.

Conto su un tuo interessamento, con la speranza che si ponga un termine, finalmente, a questa brutta pagina, scritta da chi dovrebbe primariamente servire lo Stato.”

Massimo Federici
Sindaco della Spezia