politica

Doppio vertice (separato) al Nazareno
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“Basta prove muscolari, o trovate un nome condiviso o mando davvero un commissario”. Non che questa ipotesi dispiaccia più di tanto ai maggiorenti del Pd ligure, ma Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, vice segretari nazionali del partito, sono stati chiari nelle loro intenzioni: dopo la debalce elettorale alle Regionali i ‘piddini’ genovesi e liguri devono provare a rimettersi insieme da soli. Queste sono le prime indiscrezioni che filtrano al termine del vertice che i renziani di Liguria avevano chiesto e ottenuto con uno dei due vice di Renzi.

Nomi non ne sono stati fatti, ma la rosa dei possibili mediatori al momento sembra ristretta a quattro nomi: l’ex assesosre regionale Sergio Rossetti e i parlamentari Mario Tullo, Vito Vattuone e Massimo Caleo. La folta delegazione dei renziani liguri comprendeva anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, insieme con Caleo e Rossetti è stata la più attiva durante l’incontro. Ovviamente dal ruolo di traghettatore, in vista del congresso d’autunno o di fine anno, a questo punto esce di scena Antonino Miceli, fra gli organizzatori della campagna elettorale di Raffaella Paita e quindi troppo schierasto per poter essere l’uomo che dovrà ricucire le profonde lacerazioni del Pd in Liguria.

L’incontro si è protatto per oltre due ore e ha preceduto quello con i due segretari, regionale e genovese, Giovanni Lunardon e Alessandro Terrile. Solo a termine di quest’ultimo confronto Guerini tirerà le somme verificando se anche la strada di una mediazione locale è troppo stretta e quindi se si debba aprire la porta direttamente al commissariamento del Pd ligure. "Lunardon non può rimanere neanche temporaneamente col ruolo di segretario regionale. Bisogna andare oltre, quindi trovare localmente un mediatore oppure si vada al commissarimento da Roma", ha ribadito il gruppo 'piddino' ligure.

Per quanto riguarda la possibilità che il Pd metta mano all'amministrazione comunale genovese, al di là delle grandi manovre tentate da alcuni singoli esponenti, Guerini e Serracchiani sono stati chiari: "Abbiamo già abbastanza problemi per aprirci anche il fronte di Palazzo Tursi". Per completezza d'informazione va aggiunto che fonti vicine a Raffaella paita escludono l'intenzione della candidata battuta alle Regionali di mettere in discussione la giunta Doria fino al punto da farla saltare. Il che ovviamente non esclude che qualcun altro possa essere invece tentato di farlo.

Il secondo tempo della giornata è stato l'incontro che Guerini-Serrachiani hanno avuto con il segretario regionale Giovanni Lunardon e il segretario provinciale genovese Alessandro Terrile. Anche a loro i vertici romani del partito hanno ribadito l'esigenza di mettere da parte ogni litigiosità, cercando soluzioni condivise. Non hanno chiuso la porta di fronte ad alcuna ipotesi, ma hanno ribadito che se non verrà trovata rapidamente una soluzione l'invio di un commissario si renderà indispensabile.

Secondo quanto filtrato da Roma, Lunardon e Terrile avrebbero fatto presente che la condivisione a livello ligure deve comprendere tutto, quindi compreso il ruolo di capogruppo in consiglio regionale, che invece Raffaella Paita ha già ipotecato rivendicandolo per se stessa. In ogni caso, la candidata presidente uscita sconfitta dal voto del 31 maggio, forse non casualmente in chiusura di giornata, ha twittato: "Il Pd Liguria deve reagire subito alla sconfitta elettorale mettendo in campo fase nuova: cambio di passo, dialogo con tutti e ricostruzione".

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