cronaca

E la Regione nega 10 unità di protezione civile al sindaco
4 minuti e 48 secondi di lettura
Primo sgombero di una parte dei profughi che da giorni sono ammassati al confine con la Francia di Ponte san Ludovico, lungo l'Aurelia. L'operazione, condotta da carabinieri e polizia, è cominciata poco prima delle otto. 

Ci sono stati momenti di tensione quando all'inizio pochi migranti hanno opposto resistenza passiva, ma la situazione si è subito tranquillizzata. I profughi sono saliti sui bus della Croce Rossa per essere trasferiti alla stazione di Ventimiglia.

I NUMERI AL CONFINE - Le cifre sono state fino a del tutto sottostimate.
Infatti, sono più di 700 i migranti che vogliono oltrepassare il confine italo francese di Ponte San Ludovico a Ventimiglia. Altro che la cifra approssimativa di 200. A dichiararlo a Primocanale è Fiammetta Cogliolo, responsabile dell'ufficio stampa della Croce Rossa Liguria. 

Intervistata da Francesco Basso, Cogliolo ha sottolineato che “un centinaio di immigrati sono ancora sugli scogli sul fronte mare
proprio davanti all'ex barriera doganale di ponte San Ludovico, a meno di 100 metri dalla grotta dei Balzi Rossi che custodisce i resti dell'uomo preistorico. Tutti gli altri, più di 600, dopo lunghe trattative hanno accettato di sistemarsi con mezzi di fortuna dentro la stazione ferroviaria di Ventimiglia o nelle zone limitrofe”.

La Gendarmerie e la Police francese con uomini armati di tutto punto da 5 giorni stanno presidiando tutta la zona di confine impedendo ai migranti di entrare in Francia. I migranti, quasi tutti giovani dai 18 ai 28 anni, ma ci sono anche bambini e mamme, sono molto provati nonostante ci siano gli aiuti di molti cittadini ventimigliesi e della Croce Rossa sia francese che italiana.

Di giorno il numero dei migranti sembra minore perché molti cercano soprattutto nell'entroterra, strade per poter entrare, non visti in Francia, ma senza successo. Quando comincia a calare la notte, umiliati e stanchi si radunano tutti nella stazione dove passano la notte in posti di fortuna, utilizzando cartoni per materasso e coperte.

Molta gente, molte Associazioni, molti cittadini portano aiuti, beni primari necessari, cibo, acqua, latte per i bimbi e gli anziani, anche qualche giocattolo. La situazione è pesante, Ventimiglia più i giorni passano e più ha bisogno di aiuto dalle istituzioni, dal Governo, da Renzi, dall'Europa perché da sola non può più sopportare questo grandissimo peso.

NO DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE - Riunione in comune a Ventimiglia tra il sindaco Enrico Ioculano e il prefetto di Imperia per mettere a regime il dispositivo di assistenza ai migranti che si trovano ancora sulla scogliera di Ponte San Ludovico al confine con la Francia. Secondo quanto appreso è stata fatta richiesta alla Regione Liguria di 10 unità di protezione civile per avvicendare i volontari della Croce Rossa che assistono i migranti da quattro giorni, richiesta che è stata, secondo quanto appreso, rifiutata.

MURO CONTRO MURO - "I migranti non passano, se ne occupi Roma", tuona il ministro dell'Interno transalpino, Bernard Cazeneuve. Parigi, replica a stretto giro il premier Matteo Renzi, "non può lasciare queste persone in Italia". Uno scontro frontale che non sembra un buon viatico verso il vertice Ue dei capi di Stato Ue del 25 e 26 giugno, che minaccia di chiudersi con un piano penalizzante per l'Italia.
 
In questo caso, lamenta Renzi, "l'Italia farà da sola, ma sarebbe una grande sconfitta per l'Europa". Gli dà man forte l'Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein, che esorta l'Unione a compiere "passi coraggiosi" in materia di immigrazione, per "dare rifugio, su un certo numero di anni, a un milione di rifugiati sfollati dai conflitti in Siria e altrove". E il sindaco di Milano Pisapia avverte: stop all'arrivo di altri migranti, "più di così non possiamo fare". 

Il casus belli è la frontiera di Ventimiglia, dove la Francia ha ripristinato i controlli fissi - sospendendo, di fatto, Schengen - respingendo i migranti che vorrebbero passare il confine. Dall'inizio dell'anno, ricorda Cazeneuve, "abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 persone. Non devono passare, è l'Italia che deve farsene carico". Il ministro invita poi l'Italia a creare centri in cui distinguere i rifugiati dai migranti economici. 

SVIZZERA E AUSTRIA BLOCCANO FRONTIERE - Anche la Svizzera, intanto, ha chiuso le frontiere. Nei primi cinque mesi dell'anno i respingimenti al confine con l'Italia sono stati quasi 1.700. Blocchi pure in Austria e la Commissione europea sta verificando il rispetto del trattato di Schengen in questi Paesi. I presidi ai confini creano un 'tappo' al flusso di migranti e dopodomani il ministro Alfano incontrerà le Regioni per fare il punto sull'accoglienza. Il capo Dipartimento del ministero, Mario Morcone, illustra la strategia: serve, "in tempi brevi", un 'hub' in ogni regione dove valutare chi ha diritto alla protezione e chi no. Per individuare il sito idoneo è pronta anche una lista di 38 caserme dismesse.

SI CERCANO ALTERNATIVE - Il piano Ue prevede che in due anni 24mila migranti arrivati in Italia - solo siriani ed eritrei - saranno suddivisi tra altri Paesi europei. Numero considerato esiguo e limitante per le nazionalità coinvolte. Troppo pochi, poi, i 60 milioni di euro stanziati dall'Ue per l'emergenza (si stima che quest'anno i costi sostenuti dall'Italia raggiungano il miliardo di euro). Il Governo spinge molto sui rimpatri degli irregolari. Tra le ipotesi circolate c'è quella di agire come fece il Governo Berlusconi nel 2011, quando di fronte al flusso migratorio causato dalle primavere arabe, concesse permessi di soggiorno temporanei ai tunisini per circolare in Europa. Altra strada su cui si punta è quella di ottenere una deroga al regolamento di Dublino che impone al richiedente asilo di fermarsi nel Paese di primo ingresso.