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"Ci siamo. Martedì andiamo alla Camera con il voto finale della seconda lettura. Puntiamo al referendum finale perché per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario". Così il premier Matteo Renzi nella sua Enews. "Il popolo, nessun altro, dirà se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no".

"Il Paese - ha detto ancora il presidente del consiglio - si sta rimettendo in moto. L'Italia sta davvero cambiando verso, passando dal meno degli ultimi anni al più, ma proprio per questo adesso dobbiamo intensificare gli sforzi. Tutta la fatica di quest'anno rischia di essere vana se adesso non acceleriamo. Guai dunque a sedersi".

Secondo Renzi, inoltre, è probabile che nel primo trimestre il Pil torni positivo: "Mutui e compravendita di auto crescono a doppia cifra. Mercato immobiliare, consumi, indice di fiducia delle famiglie e delle imprese tornano al segno più dopo anni. Nel primo trimestre è probabile che il Pil torni positivo dopo decine di rilevazioni negative. Tutto questo deriva dalla solidità delle nostre riforme.

"Martedì votando contro la riforma diremo no all'arroganza e alla prepotenza di un Pd che non è Stato capace di cambiare il Paese", afferma Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con la kermesse in corso a Bari per il lancio ufficiale della campagna elettorale di Schittulli. "Speravamo con Renzi di chiudere vent'anni di guerra strisciante. Abbiamo imparato a nostre spese che il partito viene prima del Paese, che i cambiamenti servivano solo a privilegiare una parte politica. Non siamo stati noi a tradire",  ha detto ancora Berlusconi. 

"Martedì ci sono in Parlamento le riforme di Renzi: se FI vota contro, come normale, poi ragioniamo fra opposizioni". Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, sui rapporti con Berlusconi. "Basta condividere il progetto di Italia futura e di Europa - ha aggiunto a margine di un incontro -, poi non imponiamo niente a nessuno".

"E' auspicabile che le riforme vengano condivise nel modo più ampio possibile. Però poi si deve arrivare al voto perché è ciò che dà al Parlamento la sua centralità: la capacità non solo di discutere ma anche di decidere. In democrazia contano i numeri: su tutto, senza eccezioni". Così la presidente della Camera Laura Boldrini dopo l'annunciato no di Fi.