Candidature, un rebus, un rompicapo che va complicandosi nel Pd e fra i sostenitori di Raffaella Paita. Il primo a uscire allo scoperto è l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Vesco, sostenitore della prima ora della sua collega a Infrastrutture e Ambiente, che ha sostenuto anche alle primarie. Pomo della discordia la lista civica che verrà costituita a sostegno della Paita. Lei, la candidata, ha promesso la candidatura anche a esponenti provenienti dal centrodestra, segnatamente Pierluigi Vinai (ex vicepresidente della Fondazione Carige, già scajolano di ferro e candidato sindaco di Genova per Forza Italia) e Roberto Schneck, ex forzista anche lui ed ex assessore di centrodestra in Provincia a Savona.
Di fronte a questi nomi, Vesco frena bruscamente: “Come ho già dimostrato sono pronto a dare il mio contributo, ma chiederò, anzi pretenderò, che la lista sia aderente a quella sinistra riformista, non alternativa e non estrema, radicata nella nostra regione. Avrei difficoltà a stare con certi personaggi”.
Prima spine, quindi, per Raffaella Paita. Che, secondo fonti attendibili, è anche alle prese con il caso Pippo Rossetti. Lei, in realtà, l’attuale assessore al Bilancio non lo vorrebbe neanche in giunta, puntando, per quell’area politica, sul giovane Michele Malfatti, che fu lo sfidante di Terrile per la segretaria provinciale genovese del Pd. Non v’è dubbio che Malfatti sia una figura nuova nel panorama del partito, e politico locale in generale, che ha già dato ottima prova di sé in diverse circostanze, al di là degli schieramenti in cui i democratici si sono divisi, e sembrano più che mai rimanerlo, in occasione delle primarie. Rossetti, però, non è personaggio che si possa facilmente rottamare, avendo portato all’attuale amministrazione regionale alcuni dei migliori contributi, pur in uno scenario complessivamente deficitario.
C’è poi il caso del segretario regionale Giovanni Lunardon. C’è chi lo vorrebbe spedire in giunta a Genova, nell’ambito di un rimpasto che dovrebbe rafforzare la compagine amministrativa guidata da Marco Doria e anche la stessa formazione del Pd. Lunardon, però, non sarebbe disponibile a questo ruolo di assessore e avrebbe detto di no anche all’offerta di essere candidato alle regionali, ma nel listino del presidente, quello dei nominati, che entrano direttamente in Consiglio senza passare attraverso il vaglio del corpo elettorale. “Io ero e resto contro il listino – sarebbe stata l’osservazione di Lunardon – quindi per ragioni di coerenza se mi candido lo faccio andandomi a prendere i voti direttamente dai cittadini”. Le grandi manovre continuano.
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Paita vuole in lista Vinai e Schneck, Vesco insorge: "Non con loro"
Regionali, il rebus delle candidature nel Pd
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