"Ho detto che uscivo dal Pd non per entrare in un altro partito e non per fondarne uno. Io oggi ho deciso: cercherò insieme a dei ragazzi che mi hanno aiutato lungo questo cammino di dare vita a una associazione politico culturale". Così Sergio Cofferati intervistato da Giovanni Floris su La7. Quindi non si candida? "Del doman non v'è certezza! Io sto a guardare perché possono capitare tante cose - risponde Cofferati - . La fretta del mio partito non soltanto è sbagliata perché ad un tema di questa natura che è un grande tema nazionale la Liguria viene dopo Roma. Cosa deve capitare ancora perché ci si fermi e si ragioni di questo sistema nel quale forze esterne condizionano le tue primarie perché scelgono in casa tua? Sono persone colluse con la criminalità organizzata. Si può discutere di questo tema? Le vicende romane sono sotto gli occhi dei giudici e sotto indagine. Mi pare ci siano elementi di profonda inquietudine. Io sono preoccupatissimo".
Lei parla di mafia capitale? "Sì. Se capita a Roma succede in Liguria. Ventisette persone condannate a 200 anni di carcere. Ma può un partito ignorare questo problema? Sì, lo sta ignorando. E io - ha concluso - in un partito così non ci sto".
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