Cronaca
BOMBE E PAURA A RECCO E BOGLIASCO
1 minuto e 5 secondi di lettura
E’ stato un rumore assordante che si è sentito fin sulle alture. Un ordigno confezionato in modo artigianale è esploso, nella tarda serata di sabato, intorno alle 23.45, davanti al municipio di Recco danneggiando la facciata del Comune e provocando la rottura dei vetri del comando dei vigili urbani e dell'ufficio anagrafe, che si trovano al piano terra. L'ordigno, confezionato con polvere nera e racchiuso in un contenitore metallico, era stato piazzato sul marciapiede a circa un metro dall'ingresso del Comune. Al momento dell'esplosione strada e uffici erano deserti. I carabinieri hanno raccolto i frammenti dell'ordigno che saranno esaminati dagli specialisti del Ris di Parma. Non risulta siano state fatte sinora rivendicazioni ma il fenomeno è preoccupante dal momento che si tratta della terza volta nel giro di altrettanti anni che scoppia una bomba a Recco. Altri ordigni infatti avevano colpito in precedenza una palestra e un supermercato. Ma un allarme bomba è scattato anche a pochi chilometri di distanza, in via Cavour a Bogliasco, dove questa mattina ha destato sospetti un trolley abbandonato sul marciapiede. Immediatamente la strada è stata chiusa al traffico e sono intervenuti gli artificieri dei Carabinieri che però alla fine non hanno rilevato nulla di anomalo. Probabilmente soltanto una valigia dimenticata. L’allarme è rientrato nel giro di un paio di ore.
Ultime notizie
- Un ottimo Genoa vince e diverte in Spagna: Villarreal battuto
- "Persona non gradita", il Genoa rifiuta all'ex presidente Zangrillo due abbonamenti
- Sampdoria, luci e ombre col Sant'Angelo: Coda segna, Tutino sbaglia
- Ex Ilva, Cavo (Nm): "Approvato odg che impegna Governo a realizzare opere compensative"
- Phoenix, i sindacati: "Incontro deludente col Comune"
- Uccise con una freccia nel centro storico, le motivazioni della Cassazione per ridurre la condanna
IL COMMENTO
Dieci anni senza il Corriere Mercantile: un pezzo di Genova che manca ancora
Pd garantista dopo il caso Sala, ma la speranza si chiama Salis