“Penso che lo scaricabarile non si debba mai fare. Ma ritengo che i problemi siano il risultato di una storia. Ci sono responsabilità storiche e politiche pesantissime. Ma non possiamo limitarci a fare il processo alla storia. Dobbiamo decidere cosa vogliamo fare adesso”. Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Doria in audizione alla Commissioni riunite ambiente e lavori pubblici del Senato.
Sulla situazione legata al Bisagno Doria non ha dubbi: sono necessarie le grandi opere, non bastano i piccoli interventi di manutenzione. “Dobbiamo decidere quali sono le opere e gli interventi che riteniamo prioritari. Nel nostro caso non farei una distinzione tra grandi e piccole opere, come se la pulizia dagli arbusti dei letti dei fiumi risolvesse interventi di ingegneria idraulica che valgono centinaia di milioni di euro. Per il Bisagno non è una questione di pulizia”.
Doria ha sottolineato come siano prioritari "la copertura e lo scolmatore del Bisagno e lo scolmatore del Ferreggiano". Gli scolmatori sono opere di ingegneria idraulica che deviano parte dell'acqua dei fiume in situazioni di necessità ma se occorre anche in situazioni di normalità. "Occorre un'opera di ingegneria idraulica - ha spiegato Doria in relazione al primo corso d'acqua - che porti la portata da 650 millimetri al secondo ad un livello simile a quello della piena dei giorni scorsi", che ha raggiunto i mille millimetri al secondo, per questo vanno trovate le risorse per il terzo lotto dei lavori. Per il Ferreggiano gli interventi sono finanziati: "Abbiamo fatto i progetti esecutivi e le procedure di gara sono in svolgimento", ha detto il sindaco. "Va poi fatto un ragionamento sul recupero delle aree interne", ha aggiunto il sindaco, perché nel caso delle vallate "si deve parlare di abbandono del territorio"
Il sindaco di Genova ha chiesto alla politica di assumersi le proprie responsabilità e di dare risposte ai cittadini. “È un problema di credibilità delle istituzioni e della politica. I cittadini, adesso questa consapevolezza l’hanno piena, dovremmo averla anche noi. Abbiamo l’onere di dare delle risposte. Ne va proprio della credibilità della politica”.
Il sindaco aveva esordito ribadendo la situazione tragica che sta vivendo il capoluogo ligure insieme al resto della regione."La città e la popolazione di Genova sono pesantemente ferite dagli eventi di un mese fa che poi, con modalità diverse e sempre gravi, si sono ripetute pochi giorni fa. Ed è importante che voi ascoltiate la loro voce. Siamo in piena emergenza dissesto idrogeologico in tante parti del paese, e a Genova questo fenomeno è particolarmente evidente" - ha sottolineato il sindaco - "il terreno è completamente imbevuto, non tiene più, è saturo e l'acqua scende velocemente verso il basso".
Incalzato dai senatori, Doria è tornato sul tema della mancata allerta meteo nella notte del 9 ottobre. "C'è stato il buco previsionale del 9 di ottobre, questo è un fatto", ha detto il sindaco, spiegando che "l'allerta non era stata data. Si era parlato di significative precipitazioni e di attenuazione nelle ore serali. Il Comune non ha reagito come se si trattasse di allerta, ma non è nemmeno stato a guardare perché in presenza di piogge copiose avevamo contattato i dirigenti delle scuole per allertarli. E la polizia municipale ha monitorato gli istituti".
"Nel tardo pomeriggio ha poi smesso di piovere quindi agli occhi miei come di tutti, sembrava che le previsioni senza allerta fossero confermate. Per cui sono andato alla prima del teatro di cui sono presidente, era un mio dovere andarci. Le piogge sono ripartite alle 22 e il sistema di protezione civile era assolutamente impreparato".
Sono necessari, secondo il sindaco, "quattro interventi, che se finanziati richiederanno un po' di tempo", prevenzione, messa in sicurezza, consapevolezza delle fragilità del sistema, aiuto immediato alla popolazione e agli imprenditori per "ristorare il danno", ma nel frattempo "un'efficiente azione di protezione civile è essenziale".
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Doria al Senato: "Il 9 ottobre ci è mancato lo stato d'allerta per agire"
Il sindaco: "Il sistema di protezione civile era assolutamente impreparato"
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