I giudici del tribunale penale di Genova hanno condannato l'agente della Polstrada Cosimo Petone a 2 anni e 8 mesi di reclusione e il finanziere Cosimo Pinca a 2 anni (con i doppi benefici di legge) perché coinvolti nell'inchiesta su presunte tangenti in cambio di informazioni su verifiche fiscali a due imprenditori del settore caseario, Paolo e Leone Giani. Questi ultimi sono già stati condannati con rito abbreviato rispettivamente a tre anni e due mesi e tre anni e otto mesi. Petone è accusato di corruzione, favoreggiamento e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio. Di questi ultimi due reati è accusato anche Pinca. Un altro imputato, Franco Latti, ex direttore regionale dell'Agenzia delle entrate della Liguria, difeso da Stefano Savi, è stato condannato a 2 anni per abuso d'ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio per un episodio non legato al giro di tangenti che sarebbero riferibili ai due Giani. Altri due imputati, Alberto Campanella, difeso da Massimiliano Ricordini, e Andrea Fasce, difeso da Andrea Vernazza, sono stati condannati a 8 mesi il primo e a un anno il secondo: entrambi hanno beneficiato dei doppi benefici di legge.
Campanella è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio mentre Fasce è imputato di favoreggiamento. I fatti risalgono al periodo tra il 2008 e il 2009. Secondo l'accusa sostenuta dai pm Paola Calleri e Walter Cotugno, i due Giani, padre e figlio, titolari della ditta specializzata nel commercio di parmigiano reggiano, avrebbero ottenuto informazioni riservate sulla verifica fiscale grazie alle "soffiate" di Pinca e di Petone.
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