Una città immobile, specchio fedele di un'Italia incapace di cambiare. Questo il giudizio perentorio che emerge dalle parole che Massimo Giletti ha rilasciato a Primocanale. “Ogni volta che torno a Genova provo una certa tristezza. Io ho girato alcune città spagnole da ragazzo, quando avevo 18 – 19 anni. Sono tornato quando ne avevo 40 e ho visto come in Spagna hanno saputo, soprattutto nelle città di mare, riconquistare spazi all’acqua per dare un volto nuovo alle città. Genova è rimasta ferma ed è un po’ l’emblema dell’Italia". Per il conduttore televisivo, Genova appare come una città trascurata e dal potenziale inespresso. "Genova avrebbe delle potenzialità enormi. Ha delle ville bellissime. Alcuni giardini sono addirittura abbandonati. Quando io ci torno e cammino, vedo un paio di ville aperte a giardino pubblico dove sembra veramente uno stato d’abbandono. Non riesco a capire questa palude italiana che non è capace di cambiare, di investire, di migliorare le città. Mi fa male. Genova potenzialmente potrebbe avere molto di più e io torno e la trovo sempre uguale, come quando arrivavo a 18 anni”.
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