politica

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Si stanno scaldando gli animi in attesa dei dati che Liguria Civica presenterà domani alle 17.30 al Bristol di Genova, in via XX Settembre. Ho già ricevuto molti commenti sull’opportunità che un movimento esterno al centrosinistra si occupi così fortemente delle loro primarie: c’è chi mi ha chiesto se siamo di sinistra, chi ha detto che dovremmo farci gli affari nostri senza cercare di condizionare addirittura il candidato che uscirà dalle “loro primarie”.
Insomma si sta scatenando un bel dibattito e intanto in attesa di domani possiamo già dare alcuni chiarimenti,  visto che oggi Il Secolo XIX fa alcune anticipazioni: senza alcun numero, ma sulla tendenza dei risultati.

Ritorniamo quindi a raccontare chi siamo: un movimento di opinione che tiene moltissimo alla sua regione, propositivo e che studia i temi (pensiamo di averlo dimostrato a luglio con la presentazione di alcuni punti programmatici e di un’analisi comparata di dati con le altre regioni).

Pensiamo sia giusto segnalare a tutti i cittadini - di tutte le opinioni politiche, compreso il grande partito degli astenuti o degli indecisi, che tende ad ingrandirsi - i momenti che possono cambiare il futuro della Liguria.

In modo scientifico noi riteniamo di fornire cifre che dimostrano come dalle primarie del Pd uscirà con grande probabilità il futuro Presidente della Regione Liguria. Domani daremo il dato. Vogliamo quindi segnalare a tutti che le primarie della coalizione del centrosinistra (bisogna chiamarle cosi ma sono di fatto al 95% del Pd) non sono un affare di famiglia, non sono un affare di quella coalizione perché potranno condizionare la vita di 1.5 milioni di liguri. Vanno a votare alle primarie (secondo aspettative che sarebbero ritenute un successo) tra le 30 e le 40 mila persone. Il candidato che vincerà avrò uno scarto di qualche migliaio di voti sul secondo? Quindi poche migliaia di persone a queste elezioni primarie sono determinanti per stabilire a chi andrà il potere, il controllo di circa 4 miliardi all’anno di gestione di cosa pubblica, di soldi nostri, di servizi che devono essere a tutti noi forniti nel migliore dei modi.
E non vogliamo occuparcene?

Noi siamo innanzitutto spaventati che vada avanti il sistema di potere che controlla oggi la Regione, con l’asse Burlando-Paita-Merlo ed altri. Un sistema che ci ha portato al disastro economico e sociale, con innumerevoli questioni in sospeso: solo annunci, ma nessun fatto concreto. In questi 10 anni di loro gestione non si è fatto nulla nelle infrastrutture, ci siamo impoveriti più delle altre regioni, siamo sempre di più la popolazione più anziana del Paese se non d’Europa, con una pervasività crescente del sistema pubblico, con un aumento dei costi di gestione regionale.

Tutto senza ascoltare neanche al grido di allarme del loro segretario di partito su costi della politica e senza alcuna vergogna per lo scandalo delle spese pazze. In compenso, abbiamo una sanità sempre peggiore, il trasporto locale al collasso, un’incapacità vistosa di programmare il nostro futuro e di creare opportunità di crescita, di favorire gli investimenti in Liguria. Al contrario, vediamo società controllate e assistite all’inverosimile, come Acam o la disastrosa Datasiel, assistiamo al fallimento della politica dei rifiuti e di quella legata alla Fiera di Genova, registriamo come con ostinazione si difendano operazioni come la quella fallimentare degli Erzelli, che ha mangiato oltre 250 milioni alla Carige con il solo risultato di  ottenere poco più di una landa desolata. Ci sarebbe molto altro da dire e lo faremo, perché ci preoccupa questo sistema incancrenito di potere che ci fa vivere tutti male, salvo i pochi eletti. Si quei pochi eletti che magari possono tradursi in voti alle primarie, condizionando la scelta del futuro Presidente del Pd e quindi ipotecando la prossima legislatura regionale. Quei pochi lavorano per questo, per gestire potere e denaro pubblico nell’interesse loro, non della Liguria. E più hanno “le pezze al culo”, mi si passi l’espressione forte, più corrono a baciare l’anello, per avere il tozzo di pane che consente loro di sopravvivere.

E’ tutto ciò che non ci piace ed è tutto ciò che combattiamo, perché in gioco c’è il futuro di tutti noi. Basta e avanza per occuparsi delle primarie del centrosinistra.

Maurizio Rossi è senatore del Gruppo Misto-Liguria Civica