Circola un volantino nelle rimesse degli autobus a Genova che alza l'aria di protesta. Tutto è legato a quanto si sta discutendo intorno ad Amt, l’azienda del trasporto pubblico genovese, e alla possibile privatizzazione che torna di estrema attualità. Si profila, dunque, un ottobre caldo. A Primocanale sul tema è intervenuto Edgardo Fano, della segreteria provinciale genovese di Faisa Cisal.
Dopo le 5 giornate di sciopero selvaggio di quasi un anno fa, si torna a parlare di privatizzazione.
“È incredibile come a distanza di 11 mesi si ritorni a parlare degli stessi argomenti. È folle e significa non aver capito quello che la città e i lavoratori hanno chiesto. Uno dei punti che ha fatto esplodere la contestazione è stata proprio la privatizzazione dell’azienda. 11 mesi dopo gli enti locali non hanno ancora ottemperato a quanto previsto dall’accordo e ritorna l’ottica di privatizzare l’azienda. Significa essere ottusi, non voler capire”.
Quali sono gli impegni non rispettati dagli enti locali?
“Il Comune di Genova si era impegnato ad arrivare alla gara mantenendo l’azienda pubblica. Non capisco quindi perché 11 mesi dopo si parli ancora di privatizzare. La Regione Liguria non ha ancora comprato i mezzi . Era previsto l’acquisto di 200 mezzi nell’arco di un quadriennio, equamente ripartiti. Il primo anno ne sono arrivati zero. Forse il primo lotto arriverà nel 2015. L’Agenzia Regionale doveva essere pienamente operativa entro la primavera 2014: è arrivato l’autunno e l’Agenzia non c’è ancora. Io capisco che i processi abbiamo dei tempi, ma non si può tutte le volte farà pagare ai lavoratori immediatamente ciò che è a carico dei lavoratori, e procrastinare nel tempo quello che è a carico degli enti locali. Gli impegni assunti vanno rispettati e vanno rispettati anche nelle tempistiche”.
Alcuni dicono che la privatizzazione potrebbe essere una decisione obbligata, come è avvenuto in altre realtà.
“La privatizzazione è una scelta, non è una costrizione. I privati a Genova li abbiamo avuti con Transdev e hanno tagliato il servizio, aumentato le tariffe, si sono portati via 22 milioni di euro dei cittadini genovesi, hanno venduto la rimessa di Boccadasse e l'officina di Guglielmetti. Se fare questi grandi affari significa svendere il patrimonio della città, non ci stiamo neanche questa volta”.
Ci sono scioperi in vista?
“Presumibilmente nella seconda metà di ottobre”
Cosa bisognerebbe fare per far rialzare la china all’azienda?
“Bisogna avere una fonte di finanziamento certa. Non si può tutti gli anni andare a vedere quanto c’è da investire nel trasporto pubblico. Ruotare il parco rotabile e avere mezzi nuovi, anche perché questo permette di ridurre fortemente i costi di manutenzione, che incidono tantissimo sui bilanci delle aziende. Gli organici sono già stati ridotti pesantemente. Io sono in azienda dal 2000.C’erano 3.330 dipendenti, oggi ce ne sono 1.000 in meno”.
Qual è il suo giudizio sul comportamento dell’amministrazione comunale?
“L’amministrazione comunale non ha ancora capito cosa vuole fare da grande”.
cronaca
Amt, nuovo sciopero a distanza di 11 mesi
Lavoratori in piazza contro l'ipotesi di privatizzazione
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