Una sequenza sfinente di e-mail, con versioni taroccate de “Il Primo”. Oggi Primocanale è stato bersaglio di un violento e subdolo attacco hacker, che è andato a colpire proprio il nostro prodotto editoriale più fresco, la newsletter che quotidianamente inviamo gratuitamente ad alcune migliaia di persone, a Genova, in Liguria e nel resto d’Italia.
Non desidero indulgere a teorie complottiste, ma la denuncia che verrà presentata all’autorità giudiziaria, oltre a segnalare un fatto di inaudita gravità anche per il danno provocato – alla nostra azienda e a chi con simpatia ci segue - avrà come scopo principale proprio quello di capire perché tutto ciò sia accaduto.
I criminali dell’informatica a volte agiscono per il puro gusto di farlo, con un’autocelebrazione compulsivo-maniacale che li induce a ripetersi magari sullo stesso obiettivo. Per questa ragione i nostri tecnici hanno lavorato alacremente, per ore e ore, al fine di alzare ulteriormente le barriere di sicurezza. Ma gli hacker sono anche coloro che, prezzolati, operano su commissione, oppure personaggi che all’interno di strutture organizzate, quindi con gli strumenti necessari a portata di mano, danno l’assalto a qualcosa che li disturba, fino ad averli in odio.
Gli inquirenti ci diranno. Quel che è certo, a chiunque appartenga la “manina” che ha recapitato il “pacco dono” e qualunque sia la ragione che l’ha mossa, è che noi non ci fermiamo. Continueremo a fare informazione con lo spirito del servizio pubblico e continueremo a offrire gratuitamente “Il Primo”, cioè la rassegna delle notizie più importanti della giornata. Anche oggi, fatalmente solo un po’ in ritardo rispetto al canonico orario. Non sarà la viltà di uno o più hacker a fermarci.
cronaca
Attacco hacker a Primocanale, ma non ci fermiamo
1 minuto e 33 secondi di lettura
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