«In un Paese civile le regole si fanno insieme. Con Forza Italia che rappresenta milioni di voti non c’è un accordo di governo ma istituzionale. Avrei mantenuto la parola anche se Berlusconi fosse stato condannato»: così il giorno dopo la sentenza sul caso Ruby che assolve in appello Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in missione in Mozambico per incontrare la collettività italiana, ribadisce la linea sin qui seguita. Il premier lancia un siluro al leader del movimento 5 Stelle Beppe Grillo che, dopo l’apertura del tavolo su riforme e legge elettorale, di fatto ora sembra chiudere ogni porta e sul suo blog accusa apertamente il Pd di «difendere accordi segreti». «Ha un modo di procedere che ricorda le correnti dei partiti della Prima repubblica con la differenza che non ha i voti. Se vuole parlare con noi ci siamo ma la nostra priorità è fare le riforme».
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