È terminato l’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Regina Coeli, all’ex ministro Scajola arrestato ieri nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggi Calabria e accusato di avere favorito la latitanza di, Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia. Scajola si è avvalso della facoltà di non rispondere.
"Voleva rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima parlare con lui e studiare le carte - ha detto l’avvocato Giorgio Perroni - Abbiamo concordato un appuntamento con il pm per mercoledì o giovedì prossimo - ha aggiunto l’avvocato Perroni - vogliamo parlare con lui e studiare bene le carte".
L’avvocato Perroni ha aggiunto che Scajola "voleva rispondere ma noi gli abbiamo consigliato di non farlo oggi: è sereno, tranquillo, convinto di poter spiegare i fatti".
E dalle intercettazioni telefoniche riportate nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice di Reggio Calabria emerge un vero e proprio linguaggio in codice.
Tra le conversazioni più significative quelle tra Scajola e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo. I due temendo eventuali intercettazioni, utilizzano un linguaggio in codice e mezze frasi, ed indicano Amedeo Matacena come "La mamma".
Dall'altra parte arrivano le parole di Matacena: "Sono fiducioso nell' operato della magistratura e sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza". Lo ha detto tramite il suo legale, l'avvocato Enzo Caccavari.
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