economia

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Via libera della Camera alla fiducia posta dal governo sul decreto Lavoro. Nella votazione si sono registrati 344 sì e 184 no.


Il testo che è stato sottoposto al vaglio dei deputati è quello emendato in commissione, dove il Pd ha aggiunto modifiche accolte a malincuore da Scelta Civica e dal Nuovo Centrodestra. E proprio Ncd aveva preannunciato battaglia al Senato.


Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, su questo fronte però è ottimista: "Penso che le distanze siano assolutamente alla portata. Al Senato non credo ci siano assolutamente novità".


ECCO COSA PREVEDE IL TESTO


Rispetto alla Legge Fornero, il decreto estende da uno a tre anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell'assunzione. I lavoratori "a termine" non possono però essere in ciascuna azienda più del 20 per cento degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). Se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato.


La commissione ha ripristinato l'obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta, inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione. Per le aziende con più di 30 dipendenti c'è l'obbligo di assumere il 20 per cento degli apprendisti: il testo originario del governo non contemplava questa norma.


Potranno essere stabiliti con decreto interministeriale i criteri per individuare i datori di lavoro beneficiari della riduzione contributiva in caso di ricorso al contratto di solidarietà. Vengono incrementate le risorse finanziarie, a decorrere dal 2014, con un limite di spesa di 15 milioni (contro i 5,6 mln precedenti).


Il congedo maternità potrà concorrere a determinare il periodo minimo di sei mesi di attività perché la lavoratrice acquisisca un diritto di precedenza per contratti successivi presso la stessa azienda.


Viene "smaterializzato" il Durc (Il documento unico di regolarità contributiva che attesta l'assolvimento, da parte dell'impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di INPS, INAIL e Cassa Edile) con una semplificazione degli adempimenti burocratici.


Il decreto prevede la possibilità di rinnovare o prorogare di un anno (fino al 31 luglio 2015) i contratti a tempo determinato del personale educativo e scolastico di asili nido e materne comunali.