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Terminata la prima giornata di consultazioni, con i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, e i presidenti del Gruppo misto De Petris e Pisicchio. Si ricomincia oggi alle 10, alle 19,15 si chiude col Pd.


Il Presidente della Repubblica svolgerà nel più breve tempo possibile le consultazioni al fine di avviare la complessa fase successiva che dovrà condurre a una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica e per affrontare al più presto l'esame della legge elettorale e delle riforme ritenute più urgenti. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha rassegnato nelle mani del capo dello le dimissioni irrevocabili. Dimissioni che non prevedono un passaggio parlamentare.
 

Nel prendere atto delle dimissioni irrevocabili di Letta e del fatto che a questo punto un formale passaggio parlamentare non potrebbe offrire elementi tali da indurlo a soprassedere dalle dimissioni il Capo dello Stato ha osservato che il Parlamento potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorché sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo. La stessa procedura - si ricorda - si è seguita con le dimissioni del Presidente Berlusconi e dal Presidente Monti la scorsa legislatura.

IL TOTOMINISTRI - Dato per partente è il responsabile dell’Economia Fabrizio Saccomanni.  E Per la sua sostituzione è corsa a quattro tra l’economista Tito Boeri, l’imprenditore Andrea Guerra (ad di Luxottica), l’ex ministro Fabrizio Barca e l’economista Lucrezia Reichlin. Al ministero del Lavoro in pole c’è ancora Fabrizio Barca, ma potrebbe soffiargli la poltrona Guglielmo Epifani, ex leader della Cgil ed ex segretario del Pd; appare più defilata l’attuale responsabile Lavoro del Pd Marianna Madia. Tra coloro che non sarebbero riconfermati c'è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e al suo posto potrebbe arrivare Michele Vietti dal Csm, ma è spuntato anche il nome del presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick. Tra i fedelissimi di Renzi dovrebbero trovare spazio soltanto Maria Elena Boschi alle Riforme (al posto di Gaetano Quagliariello di Ncd) e Graziano Delrio, probabile nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio o, in seconda istanza, al ministero per i Rapporti con il Parlamento. Partita aperta anche sulle Infrastrutture. Maurizio Lupi potrebbe perdere il dicastero a vantaggio di un esponente Pd: al suo posto in lizza il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Salerno Vincenzo De Luca. Il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti potrebbe andare al ministero per i Rapporti con il Parlamento al posto di Dario Franceschini ma solo nel caso che quest’ultimo divenga nuovo presidente della Camera al posto di Laura Boldrini (Se Sel entra in maggioranza ed appoggia il governo). In bilico vengono dati Mario Mauro alla Difesa (al suo posto potrebbe subentrare l'attuale sottosegretario Roberta Pinotti) e Massimo Bray alla Cultura. Una delle ipotesi più suggestive vedrebbe andare alla Cultura lo scrittore Alessandro Baricco. Pari modo per l’Agricoltura, libera dopo le dimissioni di Nunzia De Girolamo, potrebbe andare il patron di Eataly Oscar Farinetti. Dovrebbero essere riconfermati, invece, i ministri Andrea Orlando ed Emma Bonino. Confermati anche i ministri in quota Ncd: Angelino Alfano al Viminale e Beatrice Lorenzin alla Sanità.