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Un’Italia in ‘profondo disordine’ è quella che emerge dalla fotografia dell’Osservatorio socio-politico di Lorien. Interrogati sui principali fatti di attualità, gli italiani risultano fortemente colpiti dai fatti dell’ultima settimana. Alle liti in parlamento si aggiungono rivelazioni e si insinuano dubbi sulla condotta di Napolitano. Cala la fiducia nel Presidente e nelle istituzioni democratiche come Parlamento, Governo e Magistratura. Cresce, invece, la fiducia nelle Piccole e Medie imprese identificate come il ‘motore produttivo del Paese’.
Il quadro delineato dall’indagine dell’Osservatorio di Lorien è quello di una crisi istituzionale. Il 69% degli italiani non ritiene credibile il Parlamento. Oltretutto, dopo le vicende dell’ultima settimana il 53% dichiara che il livello di credibilità delle Camere come istituzione sia addirittura peggiorato. Dalle prese di posizione in Senato di Grasso a quelle alla Camera della Boldrini le vicende sono note e l’agitazione che ne è seguita in parlamento ha colpito profondamente l’opinione pubblica. In molti (79%) comunque hanno criticato nei metodi il M5S nonostante sulla “ghigliottina” imposta dalla Boldrini il paese si sia diviso: il 53% ne condivide la scelta e il 40% è contrario.

Sulla Legge elettorale il giudizio è positivo, ma servono le preferenze. Per la netta maggioranza degli italiani la possibilità di esprimere preferenze è importante (60%) e un 21% le considera addirittura irrinunciabili per segnare la vera differenza dalla legge attuale. I cittadini reclamano il più ampio potere di scelta. Sulla stessa linea l’enorme accordo che raccoglie lo strumento delle primarie (preferite dal 76% per scegliere il candidato premier e dal 71% anche per i singoli candidati dei collegi). Positivo il giudizio anche sulla riforma del Senato. Resterà da vedere se il parlamento sarà in grado di ridurre il proprio potere ed rinunciare ad una posizione economica così importante. Proprio su questo potrebbe giocarsi l’ultima fetta di credibilità rimasta.

Sul fronte del voto la quota di chi dichiara la propria posizione cala repentinamente. In base ai risultati dell’Osservatorio le intenzioni di voto evidenziano il forte calo del centro, il ridimensionamento del centrosinistra e la lenta ripresa del M5S. Se nell’attuale conformazione e operando una semplice somma dei valori delle liste il centrodestra con l’aggiunta dell’UDC di Casini riesce a sopravanzare il centrosinistra di un punto e mezzo, viceversa con i nomi dei leader candidati alla premiership la coalizione di Renzi otterrebbe maggiori consensi. In questo secondo caso va sottolineata l’altissima quota di risposte (80%), anche superiore a quella che potrebbe essere l’affluenza attesa per le elezioni politiche.

Infine, sono nette le indicazioni di eventuali primarie che dovrebbero scegliere quali leader dovrebbero guidare gli schieramenti. Gli elettori di centrodestra preferirebbero senza alcun dubbio Alfano così come nel centrosinistra continuerebbero ad affidarsi a Renzi. Viceversa nel M5S la partita sarebbe più aperta. Escluso Grillo incandidabile, al momento si dividono tra i sostenitori di Di Maio e quelli di Di Battista, entrambi fedeli alla linea comune del Movimento. Ma con approcci e uno “stile politico” sicuramente differenti.

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