E' durato due ore il faccia a faccia a sorpresa al Quirinale - sul tavolo il Patto per il 2014 e il rimpasto - che non sembrano aver definito una situazione ancora tutta da costruire. E' questa l'impressione che si ha in ambienti parlamentari della maggioranza sul colloquio tra Giorgio Napolitano e Matteo Renzi al Colle. Totale riserbo, non una parola sia da parte dello staff del segretario del Pd che da parte delle fonti quirinalizie.
A parlare sono alcune fonti parlamentari della maggioranza che non traggono dal silenzio, almeno quello ufficiale, di entrambe le parti, nessuno spunto che possa evidenziare passi in avanti nella complessa trattativa sul rilancio dell'azione di governo chiesta dallo stesso Matteo Renzi, anche se circondata da un corollario di indiscrezioni politiche sulla reale volontà del segretario dem di voler far continuare l'esperienza dell'Esecutivo guidato da Enrico Letta. Un quadro che porta qualcuno nella maggioranza anche ad ipotizzare un braccio di ferro tra Quirinale, che continuerebbe a chiedere stabilità e continuità, e segretario del Pd. Una ipotesi tutta da verificare visto il riserbo totale che ha circondato l'incontro.
Nelle prossime ore, tra martedì e giovedì, è atteso al Colle proprio il presidente del Consiglio, che non molla la presa ma rilancia mettendosi al lavoro per provare a presentare al Capo dello Stato un progetto che dovrebbe proiettare la sua compagine almeno fino all'inizio del prossimo anno. Con un programma definito in più punti. Intanto, Matteo Renzi si prepara ad incontrare i suoi deputati in mattinata per fare il punto della situazione mentre in Aula, alla Camera, nel pomeriggio, cominceranno le votazioni sulla delicata partita della legge elettorale.
Si è conclusa così, ieri, una delle giornate più convulse del governo Letta, iniziata in maniera difficile per le rivelazioni di Alan Friedman sul ruolo giocato da Napolitano, nella crisi del governo Berlusconi.
Giorgio Napolitano, in una lettera al Corriere, bolla come 'fumo' le rivelazioni riguardo all'estate 2011, negando che sia stato un "complotto" come accusa Forza Italia. "Nessuna difficoltà - scrive il capo dello Stato - a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011 e non solo in estate, conoscendolo da molti anni (già prima che nell'autunno 1994 egli fosse nominato Commissario europeo su designazione del governo Berlusconi) e apprezzando in particolare il suo impegno europeistico che seguii da vicino quando fui deputato al Parlamento di Strasburgo". "Nel corso del così difficile - per l'Italia e per l'Europa - anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera", spiega ancora Napolitano sottolineando che Monti "appariva allora, e di certo non solo a me, una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del Paese".
Lo stesso presidente del Consiglio Enrico Letta è poi intervenuto per difendere il capo dello Stato: "Sul Colle - dice Letta - è in corso un vergognoso tentativo di mistificazione. Il Quirinale si attivò con efficacia per salvare il Paese". E ancora: "Stupisce la contemporaneità di queste insinuazioni con il tentativo in corso da tempo da parte del Movimento 5 Stelle di delegittimare il ruolo di garanzia della Presidenza della Repubblica". "A questi attacchi - si legge in una nota - si deve reagire con fermezza". I
politica
Napolitano respinge l'ipotesi del complotto. Letta difende il capo dello Stato
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