Nell'udienza in Corte Suprema di lunedi' contro i maro', l'India non invochera', come avrebbe avuto intenzione di fare, un articolo della Legge per la repressione della pirateria (Sua Act) che comporta la pena di morte. Nel proporre i capi di accusa per i due fucilieri ripieghera' invece su una imputazione piu' mite che evoca genericamente "violenze" sulle navi, e che prevede una pena fino a dieci anni di carcere. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Interni Kuldeep Dhatwalia. La risposta del ministro degli esteri Emma Bonino è arrivata immediatamente "Talune anticipazioni che provengono oggi da New Delhi sull'iter giudiziario del caso dei nostri fucilieri di Marina mi lasciano interdetta e indignata. Se confermata la sua applicazione, sarà contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma. Il governo ritiene sconcertante il riferimento e farà valere con forza e determinazione in tutte le sedi possibili l'assoluta e inammissibile incongruenza di tale impostazione anche rispetto alle indicazioni a suo tempo fornite dalla stessa Corte Suprema indiana".
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