
Per Rosso "il fatto è che a rimetterci saranno sempre i pazienti. La legge nazionale, infatti, prevede che i medici di famiglia inviino le ricette in formato elettronico attraverso un programma e una linea telefonica dedicata, con relativi costi a carico dell'ente regionale. Il problema è che per quanto riguarda i secondi studi, quelli che i medici aprono nei posti più disagiati, la Giunta regionale non vuole fornire l'attrezzatura necessaria per adempiere alle norme di legge in materia di ricetta elettronica".
IL COMMENTO
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