cronaca

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«Abbiamo urtato uno scoglio?» e poi: «Madonna ch'aggio combinate»: queste le prime parole di  Francesco Schettino dopo lo schianto di Costa Concordia contro uno scoglio del Giglio. La registrazione, tratta dagli audio della plancia, è stata ascoltata questa mattina al processo sulla tragedia durante la testimonianza dell’ufficiale Salvatore Ursino. Si sente anche dire Schettino ordinare «Chiudere le porte stagne a poppa».

In plancia al momento dell’incidente c'erano anche il primo maitre Antonello Tievoli, il maitre Ciro Onorato, l'hotel director Manrico Giampedroni, oltre che la ragazza moldava (Domnica Cemortan, ndr) che rimase sulla porta “ed erano lì per ammirare il passaggio ravvicinato al Giglio'', ha spiegato Ursino.

Ursino ha poi raccontato: ''Lasciai la nave con il comandante e altri membri dell'equipaggio. Eravamo su una lancia, con passeggeri, che si era incastrata e che riuscimmo a liberare dai bracci di acciaio. Ci allontanammo poco prima che la nave si abbattesse sopra di noi. Raggiungemmo il Giglio, la scialuppa su cui eravamo si schiantò sugli scogli''.  Una precisazione anche su alcune frasi: 'Dissi di Schettino 'se ne è andato, se ne è andato', ma non intendevo fisicamente dalla nave, mi riferivo al fatto che se ne era andato di testa, era giù di morale, dissi così perchè l'avevo visto molto scosso sugli scogli mentre la nave affondava. ''Stavamo morendo tutti per la richiesta assurda fatta da un maitre - ha anche detto - la nave stava affondando e si parlò di black out'.