politica

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Si è conclusa oggi la tre giorni di Matteo Renzi alla stazione Leopolda, a Firenze, e adesso il "tour" toccarà tutte le Regioni italiane.

La campagna si chiama: "L'Italia cambia verso".

 "Non possiamo parlare solo di correnti, la prima ad essere rottamata sarà la corrente dei renziani. Servono correnti delle idee non dei cognomi. Non credono che io sia in grado di avere un pensiero solo, allora c'ho il guru. Questo gruppo di persone non ha guru, capisco ci restiate male ma è gruppo di persone e idee che si confronta. Una discussione surreale tra renziani della prima ora, della seconda e dell'ultimo minuto, che è roba da ricovero. Vogliamo fare una cosa nuova e vogliamo mettere steccati fra di noi, siamo matti?''.

E di cose, il sindaco di Firenze ne ha dette: "La speranza non va riposta in una persona sola" ma "non si può avere paura della leadership, non è una parolaccia. A chi ci accusa "di essere incolti, barbari", semplici, replico che "la vera strada è la semplicità: parlare chiaro a tutti, non avere la puzza sotto il naso parlare di politica in maniera semplice". Lo ha detto Matteo Renzi aggiungendo che "serve una rivoluzione della semplicità. E ancora: "L'italianità delle aziende non si fa guardando il passaporto di quelli del consiglio di amministrazione. Io - ha aggiunto - devo difendere l'italianità della qualità e dei lavoratori".

Sul problema Lampedusa, poi: "Non posso vedere più gli appelli dell'Europarlamento contro la Bossi-Fini; l'Europa non può fare appelli, mandi le navi insieme a noi a pattugliare il Mediterraneo e si faccia carico dell'emergenza sociale".

E sul lavoro ha aggiunto: "Non sei di sinistra perché non parli di lavoro? No, non sei di sinistra perchè non crei lavoro. E' l'ora di farla finita con la giustizia ad personam. "Dobbiamo finirla - ha affermato - con chi in questi anni ha proposto una giustizia ad personam ma allo stesso tempo dobbiamo dire cosa pensiamo noi al riguardo".

"Porcellum o porcellinum? Io dico che una legge elettorale che funziona è quella dei sindaci". Serve una legge elettorale, ha aggiunto, "che abbia tre caratteristiche: alla fine del voto sai chi ha vinto, quello che ha vinto deve avere i numeri in parlamento per governare e quello che governa è per cinque anni responsabile. Mai più larghe intese".


"Subito via le province". Il sindaco ha aggiunto di aver sbagliato a votare sì al referendum sul titolo V della Costituzione per i poteri concorrenti che ha creato, come nel settore dell'energia e del turismo, tra Stato e Regioni.

Ieri intanto era presente Guglielmo Epifani:  "Renzi è una persona che ha un consenso e un seguito, una persona forte, è uno di quelli con cui il Pd può candidarsi a uscire da questa situazione - ha detto  il segretario del PD - Ma non abbiamo solo lui, ne abbiamo tanti questa è la nostra forza".