cronaca

3 minuti e 34 secondi di lettura
Nell'hangar della morte ci sono le 111 bare delle vittime. Sono disposte su tre file, tutte numerate e con un fiore adagiato sopra.

Un lutto infinito in cui spiccano le 4 bare bianche con le spoglie dei bambini morti nel naufragio. Hanno i numeri 92, 14, 93 e 15. Sopra, un fiore e un orsacchiotto di peluche. Numeri perché sono tutte vittime senza nome quelle della tragedia di giovedì scorso a Lampedusa, a poche miglia dall'Isola dei Conigli. Vittime che sarebbero ben 363 le vittime, 111 delle quali recuperate. All'appello mancano dunque 252 persone, disperse in mare. Moltissime, si presume, intrappolate nel relitto del peschereccio affondato davanti alla costa.


FERMI I SOCCORSI - E' fermo anche oggi - rimandato a domani - il recupero dei cadaveri rimasti incastrati nel relitto del barcone. Spiega il capo dei sommozzatori dei vigili del fuoco: "Le condizioni meteo-marine non ci consentono di poter scendere in profondità".

LE POLEMICHE SULLA MORTE - E nel più atroce dei drammi entra prepotente in primo piano la polemica. I superstiti del naufragio di Lampedusa, dopo essere identificati, saranno indagati per immigrazione clandestina dalla Procura di Agrigento. Nessuna iscrizione è ancora avvenuta, ma ci sarà perché è un atto dovuto, spiegano i magistrati, legato a una norma in vigore. Il reato prevede come pena massima una multa di 5.000 euro.Tra rabbia e commozione è così trascorsa un’altra giornata a Lampedusa dopo il naufragio di giovedì. Dal porto è partito un corteo di barche di pescatori che sono andati a lanciare corone di fiori al largo della costa per rendere omaggio ai migranti. "I pescatori salvano vite - ha detto Totò Martello, presidente del Consorzio dei pescatori - rispediamo al mittente le accuse di non aver soccorso gente che stava morendo in mare".

"Dicono che i pescatori non soccorrono - protesta Martello - ma lanciando una corona di fiori in mare oggi abbiamo voluto dire una volta di più che noi abbiamo una sola legge, quella del mare, per cui chi è in pericolo deve essere soccorso. Non ne esistono altre e se noi oggi piangiamo i morti è per il fallimento completo della politica italiana. Non vogliamo il Nobel ma un nuovo corso". "Ci sarebbe stati dei pescherecci che hanno ignorato i naufraghi? Non lo so, ma di certo non erano lampedusani", ha concluso Martello.

I DUBBI - "Non indaghiamo su presunti ritardi nei soccorsi. Non abbiamo riscontri in merito". Lo ha affermato il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo, in riferimento a un esposto alla Procura militare di Napoli sui presunti ritardi nei soccorsi a Lampedusa, annunciato secondo notizie di stampa da un generale dell'aeronautica in congedo. Il magistrato si limita a dire: "Non ne so nulla e non ci compete".

Fonzo ha anche confermato che, come tutti i profughi che arrivano senza permesso, anche i 155 superstiti del naufragio al largo di Lampedusa sono stati identificati e incriminati per immigrazione clandestina. "E' un atto dovuto, conseguenza della Bossi-Fini voluta da una certa parte politica", afferma il magistrato.

BOLDRINI INCONTRA I PROFUGHI - Il presidente della Camera, Laura Boldrini, è arrivata stamani al Centro d'accoglienza  per incontrare i 155 profughi superstiti.  Il centro, che può ospitare al massimo 300 persone, ne accoglie al momento 1.056 in condizioni di inumano sovraffollamento.

"Siamo a Lampedusa per portare ai sopravvissuti, al sindaco Giusy Nicolini e alla cittadinanza la solidarietà e il cordoglio della Camera. Ma anche per dire che le cose possono cambiare, che bisogna impegnarsi a risolvere le cause che stanno alla base della fuga: le misure di contrasto non riusciranno mai da sole a bloccare la fuga di chi si lascia alle spalle guerre e regimi". Ha scritto la Boldrini scritto sulla sua pagina Facebook.

 
SCARCERATI GLI SCAFISTI - Sono stati intanto scarcerati cinque dei sette fermati con l'accusa di essere gli scafisti dello sbarco sulla spiaggia di Smpieri a Scicli dove lunedì scorso erano morti annegati 13 eritrei. Sono tutti siriani. Restano in carcere, invece, i due egizian , Adel Arafat Mouhamed, 33 anni, e Fakhri Mouhamed, 28 anni, che avrebbero ammesso le loro responsabilità, spiegando di aver accettato la proposta dei trafficanti di pilotare la barca per poter viaggiare gratuitamente.