Ancora colpi di scena al processo Concordia. L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino non può interloquire nel processo, ''come se fosse un perito mascherato'', nella discussione molto tecnica delle parti con i periti del gip ''perché è l'imputato: il suo non è il ruolo di un consulente tecnico'' della difesa e peraltro non può appropriarsi della possibilità di poter dare dichiarazioni spontanee continue. Lo ha chiarito stamani, all'inizio della nuova udienza del processo sul disastro della Costa Concordia, il presidente del tribunale Giovanni Puliatti rispondendo a una ''lamentela'' del difensore Domenico Pepe, che chiedeva perché fosse negato a Schettino di intervenire nella discussione. Questo diritto gli ''è negato" ha spiegato il presidente Puliatti "Perché l'imputato,essendo tale, non può assumere il ruolo di consulente tecnico'': Schettino può solo fare il suggeritore ai suoi difensori, ma non parlare in prima persona. Ieri Schettino era intervenuto due volte spiegando la fase dell'ordine non eseguito dal timoniere, ma poi al terzo tentativo di dire qualcosa su un'altra questione, il giudice Puliatti lo ha stoppato regolando il suo diritto a dare dichiarazioni spontanee a una fase successiva del processo, e impedendo che Schettino lo possa fare punto per punto, cosa che invece è permessa, ovviamente, ai suoi avvocati. Stamani la questione è riemersa ed è stata chiarita di nuovo dal collegio.
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