Il gruppo di trenta legali italiani, denominato 'Giustizia per la Concordia', accusa le due compagnie di navigazione - la Costa e la multinazionale Carnival che la controlla - di aver concorso insieme agli attuali imputati "a causare il naufragio della Costa Concordia e a ritardarne il soccorso così provocando la morte di 32 persone e mettendo a rischio la vita di altre 4.000".
"La denuncia - ha spiegato ancora l'avvocato Bulgheroni - è basata sugli atti delle indagini preliminari e in particolare sui risultati dell'indagine della Capitaneria di Porto di Livorno sulle cause della sciagura. Secondo noi non è sufficiente fermarsi all'accusa contro Schettino, che sbagliò la manovra, ma sono da valutare anche le responsabilità delle società".
Tra le accuse alla Costa ci sono "l'aver consentito la pratica degli inchini sotto costa, avere dotato la Concordia di personale impreparato alle emergenze, avere dolosamente ritardato il salvataggio" e l'evacuazione della nave. Nella denuncia-querela oltre alla critica sugli inchini, considerati "antecedente causale necessario del fatto", si evidenzia che a bordo della Concordia non c'erano carte nautiche adeguate per la navigazione sotto costa.
Gli stessi trenta legali, sempre in rappresentanza di vittime e parti offese del naufragio, si costituiranno parti civili - sempre il 15 aprile - di fronte al giudice dell'udienza preliminare Pietro Molino prevista al Teatro Moderno di Grosseto "chiedendo che venga escluso il riconoscimento di Costa Crociere spa dal novero delle parti civili del processo".
Gli avvocati di 'Giustizia per la Concordia' chiederanno "la citazione della Costa spa quale responsabile civile del disastro" e confidano di "ottenere dalla Giustizia Italiana risarcimenti proporzionati alla sciagura".
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Concordia, naufraghi denunciano Cda
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