
Per quanto riguarda il dipendente dello stato, già precedentemente sospeso e in seguito reintegrato, se fosse come probabile accertata la sua colpevolezza, si prospetta il licenziamento, a pochi mesi dalla pensione. Il tutto al lordo dei risvolti penali della vicenda, conclusa dopo un anno di indagini svolte dalla Guardia di Finanza della Spezia e coordinate dal pubblico ministero Luca Monteverde
Per il pubblico ufficiale e i quattro commercialisti, accusati di corruzione e concussione, sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio da parte del giudice per le indagini preliminari Diana Brusacà.
170 pagine di ordinanza cautelare integrate da interi faldoni di intercettazioni telefoniche, con le cimici nascoste negli uffici dei professionisti, tre spezzini molto noti in città e un lunigianese, le conversazioni sviscerate parola per parola tra gli stessi e il funzionario, sino a disegnare un quadro probatorio che la procura definisce chiaro e dettagliato.
I clienti, tra loro una decina di indagati a piede libero, erano ben disposti ad un esborso cash pur di evitare accertamenti in materia fiscale.
In alcuni casi era il funzionario degli uffici di piazza Europa, originario di Portici ma da anni residente alla Spezia, a contattare i commercialisti, per sondare o sollecitare il pagamento delle mazzette. In altri frangenti erano i quattro a testare la disponibilità del pubblico ufficiale a nuovi contatti per un metodo di tangenti sistematiche che le Fiamme Gialle, attraverso un lavoro certosino, sono riuscite a smantellare.
IL COMMENTO
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