Nel carcere indiano di Varanasi, Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, condannati all'ergastolo per la morte di un loro compagno di viaggio, hanno iniziato lo sciopero della fame e della sete. La protesta è iniziata contemporaneamente agli incontri diplomatici avviati tra i genitori del ventinovenne albenganese e i rappresentanti dell'ambasciata italiana in India per concordare una strategia unitaria dopo la conferma della condanna all'ergastolo e il ricorso rigettato dalla Corte d'Appello.
"Stiamo vivendo giorni di grande angoscia - ha detto la madre di Tomaso - sappiamo benissimo che i nostri ragazzi sono innocenti e ora il Governo deve fare sentire la sua voce". Intanto tra gli amici del ventinovenne albenganese è allo studio una manifestazione pubblica per esprimere loro solidarietà.
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