Politica

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“Di là, almeno, hanno un partito e una parvenza di democrazia”. La battuta amara è di un dirigente del Popolo delle Libertà, di quelli che si sono fatti il mazzo da quando Berlusconi scese in campo e non hanno mai mollato. Da alcuni giorni, a gruppetti, uno da una parte in una casa lontana dal centro città, l’altro in un’altra, evitando accuratamente ristoranti e trattorie troppo rischiose, si incontrano, e dopo alcuni momenti dedicati alla penitenza tentano di immaginare che cosa potrà accadere e , infine, come verranno scelti i candidati alle politiche.

Gli uscenti si potrebbero già considerare degli usciti. Immaginate i patemi di queste settimane, i conciliaboli da Roma a Genova, andata e ritorno, i tentativi di piccole alleanza, di nuova amicizie, le strategie, i consigli. Si sprecano. Mentre intorno al Pdl cominciano a muoversi personaggi più nuovi, meno consunti, che hanno voglia di provarci.

Che cosa farà, per esempio, Pierluigi Vinai che, catapultato nell’area a un mese dal voto è riuscito a mettere insieme un movimento abbastanza robusto? Vinai che può contare sulla forza del suo ruolo all’Anci, quindi dei sindaci e degli amministratori locali unica , vera novità della politica italiana. Una forza concreta che sta preoccupando altri notabili Pdl che vorrebbero tagliare il cordone ombelicale di Vinai con gli amministratori locali.

Non sarà facile anche perché si mormora che alla fine le liste verranno fatte da Scajola.